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          La città s'allunga fino ai piedi della collina, residenze e basiliche tra tuguri e amministrazioni comunali.
          Ciascun rione riproduce uno stato…
          L'elite profuma d'aiuole, i tuguri d'urina.
          Fernando si muoveva tra cassonetti d'immondizia e prostitute…sin da piccolo era abituato a prendere a calci lattine e cani, così come i suoi facevano con lui.
          Quando si rese conto che i risultati migliori s'ottenevano con le parole cercò di recuperare educandosi… L'età gli concedeva ancora molto.
          La scuola d'asfalto gli diede un'insegnante da marciapiede. 
          I vocaboli non erano da Zingarelli, in compenso le lezioni arrivavano dagli avvenimenti.
          Egli badava principalmente all'istinto, istinto che per un'innata tranquillità interiore non gli infondeva violenza. 
          Egli badava all'azione senza troppi connotati da slogan.
          Quei connotati ronzavano attorno, ma in fondo ad averci badato ed ad averli in qualche modo sposati non avrebbe forse complicato la vita?…
          La meretrice gli insegnò ad avere a che fare con impiegati, operai, avvocati, sbarbatelli... 
          Tanto che le aiuole si mescolavano all'urina ed i fiori presentavano colori con tonalità nascoste. 
          La meretrice sovente se lo portava appresso ed intanto che ella operava il giovane aveva modo di bighellonare qua e là.
          - Fernando… vatti a fare un giro -
          Ed il cliente tirava fuori i soldi per un gelato
          - Tieni "piccolo"… compratene due… -
          Fernando andava avanti a gelati e giri in giostra, alcuni amichetti che lo frequentavano morivano dalla voglia di poterne mangiare qualcuno e fare anch'essi quei giri.
          Così capitava che il giovane dividesse con gli amici i piaceri offerti, e talvolta capitava anche che quei piaceri fossero offerti proprio dal genitore di uno di loro.
          I calcinculo ruotavano tra baracconi e pesciolini rossi, la coda penzolava vessillo di un probabile bonus. Pop-corn e zucchero filato andavano via accompagnati da occhiate, musica e voci ad invito sparate da casse in MW.
          Ometti sopra trampoli regalavano palloncini colorati a bimbi dagli occhietti stupefatti. 
          Alcune mamme gli asciugavano i nasi intanto che si raccomandavano di questo e di quello…, altre insistevano per fare ritorno a casa contrapposte ai figlioletti che puntavano i piedi.
          - Raccogli quella carta… -
          - Si, ma prima tu … la cicca… -
          Fernando saltellava tra cicche e cartacce, alla ricerca delle lattine da prendere a calci, una farfalla gli si presentò di fronte, egli prese ad inseguirla zigzagando tra baffoni e silhouette da quattro mura.
          Di tanto in tanto mollava qualche colpo di gomito contro coloro che sorreggevano bicchieri pieni di bevanda. I bicchieri si ribaltavano, i vestiti s'inzuppavano, i malcapitati s'incacchiavano e la farfalla continuava a svolazzare.
          - Secondo te cos'è la morte? -
          Chiese Fernando alla meretrice.
          - Cos'è la morte?... Non so risponderti, semmai posso dirti cos'è la vita… ma quello puoi farlo te. La morte forse è avere a che fare con qualcosa intanto che si vorrebbe essere da un'altra parte, intanto che la mente è da quell'altra parte. -
          - Oggi, al luna park ho inseguito una farfalla, l'ho presa e non ha volato più...forse è morta… non sai in compenso quanti bicchieri ho fatto rotolare… -
          Una sirena rumoreggiava lungo la via, il ragazzino corse a sbirciare dalla finestra, di sotto un paio di persone correvano in direzione opposta alla volante della polizia. Questi , giunti di fronte ad un portone aperto vi si precipitarono dentro. La volante s'arrestò davanti al medesimo portone, quattro agenti, rivoltelle alla mano fecero irruzione.
          - Secondo te li acchiappano? -
          Domandò Fernando, intanto che con fare divertito osservava l'evolversi della situazione.
          - Accendi la TV e metti sull'otto… tra un po' c'è il quiz… - 
          Rispose la donna, concentrata a spalmare lo smalto sopra le unghie dei piedi.
          - Cosa si mangia questa sera ? -
          Replicò il ragazzino.
          - Pasta alla carbonara e branzino… Il branzino proverò a cucinarlo come da ricettario, a guardar l'immagine dovrebbe venir fuori una squisitezza. -
          La tv mandava forme e parole.
          Fernando saltellava dentro la propria stanzetta facendo rimbalzare un pagliaccetto contro ad una locomotiva di latta.
          Terminato di fare asciugare lo smalto la donna allungò una striscia di coca sopra al tavolo.
          - Mamma vieni un po' a vedere cosa ti combina questa locomotiva! -
          - Un attimo… -
          - È una forza, anche il pagliaccetto se n'è accorto…! -
          - Un attimo ed arrivo! -
          Le narici aspirarono...
          Spari di rivoltella rimbombarono lungo la via diffondendo il rumore di un inseguimento.
          Il televisore trasmetteva la voce del presentatore intento a porre domande ai concorrenti, le ballerine facevano da contorno assieme all'orchestrina occupata a suonare motivetti.
          Di tanto in tanto la donna provava a dare qualche risposta al quiz.
          Un secondo suono di sirena richiamò di nuovo l'attenzione del giovane che corse a sbirciare dalla finestra.
          - Vieni a vedere… Li hanno acchiappati. -
          Un uomo avanzava con le manette attorno ai polsi, al suo fianco due agenti lo fecero entrare dentro la lettiga, il secondo uomo venne portato via in barella.
          La meretrice, mormorando tra sé e sé un motivetto musicale rivoltava il branzino dentro la padella.
          - Apparecchia che tra poco si mangia… -
          Un alone di fumo e cipria annebbiò il tinello.
          I concorrenti erano giunti alle risposte finali.
          Fernando incominciò a distendere la tovaglia sopra la tavola, tovaglia che odorava ancora di detersivo.
          - Questa sera esci? -
          Domandò il ragazzino.
          - Si… rientrerò tardi -
          - L'avevo intuito… -
          - E da cosa?… piccolo -
          - Primo, non sono piccolo… secondo, l'avevo intuito... -
          Il mattino fiorì. Il cielo sputava azzurro e cirri, sotto quei cirri diverse rondinelle volteggiavano sezionando l'aria.
          Vicino all'abitazione, incastonata tra condomini e rivendite sorgeva una chiesa, chiesa che ogni ora provvedeva a ricordarla coi rintocchi delle campane. 
          Gli otto rintocchi fecero da sveglia a Fernando...
          Gli undici rintocchi alla meretrice.
          La città in opera rispecchiò le prime faccende della donna. 
          Aprire gli occhi quando il sole è alto e penetra attraverso le fessure delle tapparelle è un po' come incominciare un viaggio quando è a buon punto.
          Le voci provenienti dalle persone che si trovavano nelle vie attorno si confondevano col rumore dei mezzi.
          Fernando si trovava a vagare tra i banchi del mercato.
          Egli volteggiava avvolto da voci promulgatrici di merce e ninnoli.
          Giunto di fronte ad un banco sopra il quale spiccavano caramelle confetti e chicche d'ogni sorta s'arrestò.
          - Mi dà quelle liquirizie ?... quelle a forma di rotella… Me ne dia una manciata… -
          - Un euro e cinquanta…-
          Disse il venditore.
          - Segni pure sul conto… -
          - Di' ragazzino... sopra quale conto dovrei segnare?... dimmi un po'… dimmi. -
          - Il figlio del macellaio -
          Rispose con decisione Fernando 
          - …Hmm… il figlio del macellaio… Tu saresti il figlio del macellaio… -
          Proferì con tono ironico l'uomo, occupato  a chinarsi per prelevare il quaderno sopra il quale vi erano segnati i nomi dei clienti…
          - Hmm… dunque fammi vedere… Il macellaio… Tu dovresti essere il figlio del signor Ventura. -
          Continuava a mormorare il venditore, intanto che con le dita prendeva a sfogliare le pagine e con lo sguardo a rastrellare tra i nomi.
          - … Hmm… dunque il figlio del signor Ventura… Il macellaio… Peccato che il signor Ventura abbia solamente due figlie femmine… E a quanto pare tu non sei una femminuccia… No no no no no no no no… Tu non mi sembri affatto una femminuccia…Tu non mi sembri proprio per niente una femminuccia. -
          Bofonchiò il venditore intanto che riconducendo lo sguardo verso il lato opposto del bancone s'accorse che il ragazzino non c'era più…Al suo posto una vecchierella stava attendendo.
          I saltelli di Fernando si circondarono di liquirizia.
          A quei saltelli s'aggregò un ragazzetto che da tempo aveva preso a frequentare.
          - Liquirizie?... Me ne dai una?... Dove si va? -
          - Toh, prendi… Avresti dovuto vedere la faccia di quello lì quando s'è ritrovato di fronte la nonna - 
          Disse Fernando con tono compiaciuto.
          - Seguimi. -
          - Dove si va? -
          - Si torna alla bancarella delle caramelle…questa volta ci vai te. -
          Dopo essersi messi d'accordo sul da farsi i due si avviarono.
          L'amico si presentò di fronte al venditore intanto che Fernando, senza farsi scorgere raggiunse la bancarella dal di dietro.
          - Un sacchetto di confetti… Ed una manciata di liquirizie a spirale -
          Chiese l'amico.
          - Quattro euro e settanta… -
          - E se pagassi in lire? -
          - Di' giovanotto… oggi non è proprio giornata… se hai gli euro ti do le caramelle altrimenti cammina… -Il giovane sprofondò una mano dentro la tasca intanto che allungò l'altra verso il venditore con l'intenzione di farsi dare la merce .
          - Prima i soldi!!! -
          Proferì l'uomo con fare innervosito, contemporaneamente appoggiò il pacchetto contenente i dolci all'interno del bancone.
          Il giovane estrasse la mano dalla tasca, accostò il pollice al naso, dopodiché emise una pernacchia ai danni dell'uomo che fattosi rosso in volto si precipitò all'inseguimento del ragazzo.
          Il giovane fuggì disperdendosi tra la gente.
          Il pacchetto imbottito di caramelle fuggì via stretto dalle mani di Fernando che non contento passò davanti al venditore.
          - Segni… Il figlio del signor Ventura… per il conto passeranno poi le mie sorelle!!! -
          I saltelli dei due amici si circondarono di colori liquirizie e confetti.
          Lungo il lato del marciapiede diversi Keniani esponevano ogni sorta di oggetti. 
          Occhiali magliette pantaloncini cd accendigas lenti sculture in legno in bronzo in rame in plastica ed un drappo disteso sul suolo.
          - Ciao Raya… -
          Urlò Fernando intanto che avanzava di corsa verso uno di questi.
          - Ciao piccolo… piccolo e sempre di corsa… -
          - Vuoi una liquirizia? -
          Chiese Fernando allungando una mano 
          - Prendine un paio … offre quel tipo laggiù -
          L'odore di pollo e rolate fece da orologio puntato sopra l'ora di pranzo.
          I rintocchi delle campane lo ricordavano.
    
    
    [Lirica di proprietà dell'autore. 2003]