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          Ti avrei portato a vedere i cieli più belli del mondo
          scivolare lenti dalle mani di un dio buono
          ammesso che i cieli siano del mondo
          ed esistano divinità buone
    
      5  ti avrei coperto gli occhi, la sera,
          con dita fresche di rugiada
          dopo giornate di lavoro nei campi
          a guardare l'oro del grano, a sognare le volpi
    
          ti avrei raccontato le fiabe più dolci
          sciolte con misurata lentezza nell'incavo della spalla
          carezze sulle ginocchia doloranti
          di passi e salti e sogni e indicibile stanchezza 
    
          ti avrei accolto con un sorriso giovane e buono
          sulla porta di un castello circondato da gatti 
    15  che guardano  nuove poesie venute dal passato 
          e  vecchi ricordi di  scrivanie e bambini
    
          ti avrei condotto per quelle nuvole che amo guardare 
          donato l'enigma trasparente dello specchio 
          in cui tutto ciò che appare complesso 
    20  si stempera in insperata semplicità 
    
          Ti avrei portato, coperto, raccontato, accolto, condotto…
          Invece restano solo riccioli negletti con cui giocare,
          carezze vuote e ancora più ardue
          di tutte le parole che ho saputo inventare
    
    
    [Lirica di proprietà dell'autrice]