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          È appena mattino
          e già si ascolta
          il pianto di un bimbo.
    
          Gli occhi sperduti
      5  nella folla vuota
          di palazzi
          non lasciano requie
          neanche ad un
          incosciente lampione
    10  Treni, treni della mia gente…
          Un sogno spezzato
          nel cuore della notte
          e continuano a stridere i lunghi, ferrei
          binari
    15  che porteranno
          lontano.
    
          Acerbi sono i tuoi visi,
          i cento, mille
          volti
    20  che, come un saltimbanco,
          provi a cambiare
          per continuare…
    
          Treni, treni della tua gente:
          ti sono estranei,
    25  sono già condannati,
          ma "guardali!"
          come sono già lontani.
          Da queste ore,
          da questi calmi sudari.
    
    30  Qualcuno ti ha chiesto
          di esistere,
          sei stato uno dei tanti,
          il giudizio di dio
          non è tuo,
    35  lasci agli altri
          il compiangere.
    
          Treni, treni della nostra gente…
          Son fatti di ghiaccio, di ferro, di piombo.
          Non lasciano neanche un lamento,
    40  ma lamenti portan
          lontano.
    
          Non c'è nulla che possa
          fermarli,
          neanche il sorriso
    45  di un bimbo,
          che, svegliatosi,
          guarda il sole
          che nasce. 
          diventar grande.
    
    
    [Lirica di proprietà dell'autore. 1986]