Ti guardo
mentre specchi
nel cielo
gli occhi meravigliati
5 e confusi.
Come s'intrecciano
nel lago i ricordi,
l'alte convessità
di intangibili lotte
10 e conquiste.
Vorrei baciare
i tuoi sogni,
quand'essi diventano
perplesse foschie
15 fra l'ali di accovacciati gabbiani,
quando il sole ritrae
i suoi affascinati carmi
lasciandoti regina del cosmo,
quando con l'esili mani
20 raccogli un fiore
per donarlo a un verde ruscello…
Ma c'è marea… marea,
rissosa marea
che sfronda le tamerici
25 sin dalle radici,
impetuosamente trascina
esplode la rabbia
infinita e guerriera,
30 fra le scaglie appare
a chiazze tremenda.
Alla dogana veneta
fermo le tue labbra
- forse hanno come me
35 paura del futuro,
ora, che è nostro -
mute sono
come quelle conchiglie
dorate
40 in cima ai campanili,
scolpiti nei cieli,
sparate come ogive
alla ricerca di Dio.
In mille rivoli s'effonderà il suo logos,
45 in ogni cellula vivente,
in ogni palpito
di questo microcosmo,
in ogni specie.
Tentazioni nervose
50 consumano verdi martin pescatori,
nello specchio argenteo
dell'acque
trema il piccolo volto.
Mentre cadetti
55 stanno fissi alla prua
di bianche galere
in faccia al futuro,
all'imprevedibile nulla,
tu viri il colpo
60 l'attacco, l'inevitabile fuga,
a brame si mescolano
alle nebbie,
imponderabili minacce di alieni.
Alla dogana veneta
65 ti guardo,
ti stringo nel mio,
alla dogana veneta
ti specchi
nel cielo
70 con occhi meravigliati e confusi.
[Lirica di proprietà dell'autore. 1986]
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