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          Scorrono quiete e pensose
          sul mio davanzale grondante
          le tristi giornate di cenere
          lievi cadenti dal cielo che erutta.
      5  Talvolta mi copro
          lo sguardo scorato,
          e mi fingo un cieco
          per non rimirarle;
          ma ovunque m'insegue
    10  il loro frastuono,
          m'uccidono il fiato,
          mi lordano il volto.
    
          Non è aria, certo, 
          quella che io immetto, 
    15  non è aria il veleno 
          che vomito e inspiro;
          così non è sangue
          liquido infetto
          che la tempia m'invade
    20  e la mente m'affligge.
    
          Tu lo vedi, non è vita
          questo mare di burrasca,
          non questo è il suo nome,
          non questa è verità.
    25  Giacché se tu guardi
          la bestia miserevole:
          essa ha ogni cosa,
          e vive come deve.
    
          Non ci è data da vivere,
    30  impossibile a godere;
          ben ci riesce di patirla,
          e ciò nulla ci costa.
          Come tu ti spieghi
          che in questo mondo - vita
    35  - io bevo la cicuta
          dall'aria che mi serve?...
    
          Ma io amo - guardami:
          io amo immensamente,
          e amore e vita intera 
    40  son per me una sola cosa.
          Tu forse non ci pensi,
          mi credi un grande idiota;
          ma io credo unicamente
          nella vita dell'Amore.
    
    45  Guardami, dunque:
          lo vedi, sono morto;
          non provo che ribrezzo
          per lo stesso mio colore.
          Mi vedo in ogni giorno
    50  - spesso accade, ad ogni passo -
          immobile e interrato,
          disteso nel gran sonno.
    
          Per me la mia penna
          palpita e respira;
    55  al posto mio il pensiero
          crescendo si rinforza.
          Ma da viver non ho nulla,
          - perché?, perché, mi chiedi?
          Perché io amo chi è distante
    60  e respira un'altra aria.
    
          Se mi chiedi se c'è un senso
          in questa triste distesa,
          non posso che parlarti 
          con la bocca del mio cuore:
    65  ti rivelo che null'altro 
          in essa è cosa bella
          - che un gesto delicato
          di colei che ha il mio amore;
    
          che la luce vagheggiante 
    70  dei suoi occhi rugiadosi,
          che il vermiglio splendore
          dei capelli suoi fluenti,
          che l'arco disegnato
          da sue scure sopracciglia,
    75  che tutto ciò che è suo
          e che su sé reca il suo nome.
    
    
    [Lirica inedita di proprietà dell'autore]