Molto in anticipo sullo stupore perso di Roma,
ho passeggiato con i tuoi occhi chiari di donna,
due specchi adatti al mio naufragio,
stanchi per il lungo confronto con il dubbio,
5 decisi ad ingannare la nostalgia,
con un residuo forte di amore senza ombre.
Nulla è accaduto senza il tuo passo,
immerso e lontano da ogni città,
familiare al profumo acerbo dei Carruggi,
10 come i fazzoletti in testa a sordidi bottegai,
e il vociare galeotto degli omerici camalli del porto,
che apre crepe nelle anfore delle carovane.
Una breve febbre di luce scompare,
nell'abbraccio finale,
15 per distrazione della fatalità e dei suoi giochi,
e continuo a camminare nell'eco dei tuoi tacchi,
nel repertorio lirico dei tuoi occhi.
[Lirica inedita, aprile 2010]
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