Talor, mentre cammino solo al sole1
e guardo coi miei occhi chiari2 il mondo
ove tutto m'appar come fraterno,
l'aria la luce il fil d'erba l'insetto,
5 un improvviso gelo al cor mi coglie.
Un cieco mi par d'essere, seduto
sopra la sponda d'un immenso fiume3.
Scorrono sotto l'acque vorticose,
ma non le vede lui: il poco sole
10 ei prende beato.
E se gli giunge
talora mormorio d'acque, lo crede
ronzio d'orecchi illusi.
Perchè a me par, vivendo questa mia
15 povera vita, un'altra rasentarne4
come nel sonno, e che quel sonno sia
la mia vita presente.
Come uno smarrimento allor mi coglie,
uno sgomento pueril.
20 Mi seggo
tutto solo sul ciglio della strada4,
guardo il misero mio angusto mondo
e carezzo con man che trema l'erba.
[da Pianissimo (1914), ora in L'opera in versi e in prosa, Garzanti, Milano 1999]
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