COMMENTO
Il testo greco di questa poesia - forse la più nota della celebre poetessa di Lesbo - è in realtà frammentario. La traduzione di Quasimodo gli ha dato dunque un impianto unitario che manca nell'originale, ma che consente di apprezzarne la forza travolgente.
Il testo può essere suddiviso in due parti. Nella prima (vv. 1-4) appare l'amato, che sembra quasi un dio a chi l'osserva. Nella seconda (vv. 4-14) sono descritti gli effetti che questa visione causa nella donna. E qui l'impressione iniziale si capovolge: a una serena contemplazione subentra il tumulto dei sensi; l'amore non è felice ma tormentoso e quasi prossimo alla morte. Proprio questo induce a pensare che nella lirica si esprima il sentimento della gelosia: i sintomi della passione, dunque, sono generati sì da amore, ma da un amore non ricambiato.
NOTE
1 uguale agli dei: per serenità e grazia.
2 ridi amorosamente: La ragazza che parla, incanta col suo sorriso (il sorriso è una caratteristica di Afrodite, uno dei segni più tipici della sua capacità di seduzione).
3 inerte: immobile, irrigidita.
4 come... scoloro: divento più pallida dell'erba.
5 rapita di mente: nell'originale greco iverso finale dice: "ma tutto bisogna sopportare"... Quasimodo ha invece voluto suggerire che l'io lirico sia in preda a uno stato di follia amorosa, di perdita di ogni facoltà razionale.
|