• 
          Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono
          di quei sospiri ond'io nudriva 'l core
          in sul mio primo giovenile errore
          quand'era in parte altr'uom da quel ch'i' sono,
    
      5  del vario stile in ch'io piango et ragiono
          fra le vane speranze e 'l van dolore,
          ove sia chi per prova intenda amore,
          spero trovar pietà, nonché perdono.
    
          Ma ben veggio or sì come al popol tutto
    10  favola fui gran tempo, onde sovente
          di me medesmo meco mi vergogno;
    
          et del mio vaneggiar vergogna è 'l frutto,
          e 'l pentersi, e 'l conoscer chiaramente
          che quanto piace al mondo è breve sogno.
    
    
    [da Rime, Longanesi, Milano 1976]

    METRO
    Sonetto con schema di schema metrico ABBA ABBA CDE CDE.

    COMMENTO
    È il sonetto proemiale della raccolta, scritto probabilmente intorno al 1350, e quindi posteriore alla morte di Laura (avvenuta il 6 aprile del 1348), come dimostra il fatto che l'autore guarda in modo retrospettivo al suo amore infelice.
    Il poeta si rivolge ai lettori in grado di comprendere per esperienza le pene amorose, chiedendo comprensione e "perdono" per i propri lamenti d'amore, che ora (a distanza di anni e col bagaglio della raggiunta maturità) egli giudica un "giovenile errore" e un "vaneggiare", poiché tutto quello che "piace al mondo" è un sogno effimero. Egli è dunque consapevole che l'aver perso tempo dietro a Laura lo ha esposto alla derisione del volgo.
    Come detto, il sonetto apre la raccolta, ma potrebbe idealmente chiuderla per la visione retrospettiva dell'amore infelice e la sua condanna in quanto illusione vana. La condanna espressa da Petrarca per il proprio passato, tuttavia, è tutt'altro che definitiva: in realtà il rimpianto non è del tutto cessato in lui, seppur tormentato da ansie religiose. In questi dubbi irrisolti risiede la modernità del poeta rispetto alla tradizione precedente: vale a dire la sua indecisione o oscillazione tra una vita votata ai princìpi religiosi e il perseguire "quanto piace al mondo", tra cui l'amore terreno e la gloria letteraria.