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          La vita fugge, et non s’arresta una hora,
          et la morte vien dietro a gran giornate,
          et le cose presenti et le passate
          mi dànno guerra, et le future anchora;
    
      5  e 'l rimembrare et l'aspettar m'accora,
          or quinci or quindi, sí che 'n veritate,
          se non ch'i' ò di me stesso pietate,
          i' sarei già di questi penser' fòra.
    
          Tornami avanti, s'alcun dolce mai
    10  ebbe 'l cor tristo; et poi da l'altra parte
          veggio al mio navigar turbati i vènti;
    
          veggio fortuna in porto, et stanco omai
          il mio nocchier, et rotte arbore et sarte,
          e i lumi bei che mirar soglio, spenti.
    
    
    
    [da Rime, Longanesi, Milano 1976]

    METRO
    Sonetto con schema di schema metrico ABBA ABBA CDE CDE.

    COMMENTO
    Composto "In morte di Madonna Laura", questo sonetto è incentrato sul raffronto tra il rimpianto del passato e l'angosciosa incertezza del futuro, ovvero tra la consapevolezza che l'amore vano per Laura è stato moralmente un errore e il timore che ciò costi la salvezza spirituale al poeta. Il timore è tale che il v. 8 ("i' sarei già di questi penser' fòra") allude in modo velato al proposito del suicidio, dal quale tuttavia il poeta è distolto dalla pietà che prova per sé stesso e per l'eventuale dannazione dopo la morte.
    Il dissidio interiore è espresso attraverso la metafora del viaggio in un mare tempestoso, in cui l'unica luce era rappresentata dagli occhi di Laura.