METRO Sonetto con schema di schema metrico ABBA ABBA CDE CDE.
COMMENTO
In questo sonetto, composto tra 1339 e 1347, l'autore rievoca il primo incontro con Laura, avvenuto nella chiesa di S. Chiara ad Avignone, quando si innamorò di lei colpito dalla sua folgorante bellezza, che ora, a causa dell'età, comincia a sfiorire.
Tutto il componimento è giocato appunto sul contrasto tra la Laura del primo incontro e quella del presente. La prima è descritta coi tratti distintivi della donna-angelo dello Stilnovo, con i capelli biondi ("capei d'oro"), con gli occhi pieni di un indefinibile splendore ("vago lume"), e dotata di un incedere che la fa sembrare una "angelica forma" e di una voce superiore a quella umana, paragonata a uno spirito celeste e a un "vivo sole". Della seconda è detto solo che i suoi occhi sono "scarsi" della luminosità di un tempo, facendo intendere che la donna è invecchiata e reca sul volto i segni del tempo: cosa che, tuttavia, non fa diminuire l'amore del poeta per lei.
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