METRO
Componimento in endecasillabi, tranne l'ultimo verso che è un quinario. Una sola rima in fine di verso (vv. 2-6: "cola / parola"), ma con assonanze varie sia in sede di rima che all'interno di alcuni versi (ad es. vv. 1-2 "oro / oscuro"; vv. 9-14: "cuore /radure"; vv. 16-19:"sorda / forma"), e vari richiami fonici.
COMMENTO
Pubblicata in «La Ruota» (a. IV, serie III, n. 1, Roma, gennaio 1943) con la data «Novembre 1942», e presente in tutte le edizioni di La bufera e altro.
La data apposta in calce lega la lirica alla morte della madre, Giuseppina Ricci, avvenuta il 25 ottobre 1942, mentre era a Monterosso, dove si era rifugiata per sfuggire ai bombardamenti di Genova.
Nella lettera a Silvio Guarnieri del 29 novembre 1965 Montale commenta: "Personae separatae. Sfondo di guerra. La scaglia è una stella filante. Per lo sguardo di un altro: visti oggettivamente da uno che guardi tutto sub specie aeternitatis noi siamo appena una scintilla effimera, di passaggio. Riano, espressione dialettale per riale, fosso, botro. In genovese riàn. Paesaggio di Lunigiana, non meglio definito. Da non prendersi troppo letteralmente, qui e altrove, lo sfondo di guerra. La guerra vista soprattutto come alterità metafisica, stato quasi permanente delle forze oscure che congiurano contro di noi. Stato di fatto quasi ontologico, volgarmente le forze del male." (In Zampa G. (a cura di), Il secondo mestiere. Arte, musica, società, Mondadori, Milano 1996, p. 1518).
Benché la lirica sia rivolta a Clizia, cioè Irma Brandeis ("ad attenderti", "La tua forma", "in te la luce ancora / trovava luce"), la datazione «Novembre 1942», come già detto, lega questa poesia a quella che chiude la sezione: A mia madre.
Personae è il titolo di una raccolta di Pound donata dallo stesso autore a Montale e a sua volta ispirata a
Dramatis personae di Browning, altra presenza importante nella formazione della poetica montaliana.
NOTE
1 Come... altro: questi versi si potrebbero così parafrasare: "Come una stella cadente che si stacca dalla volta notturna e, come una goccia, scorre nello spazio ristretto delimitato dai carrubi ormai secchi, così anche noi, visti da uno sguardo eserno ed estraneo, siamo persone separate?
2 È poca... annebbiati: è ben poca cosa la parola, così come lo spazio, in questi noviluni nebbiosi (si ricordi che la datazione colloca questa poesia in novembre; ma come osserva Dante Isella: è probabile che il poeta alluda anche alla "opaca impenetrabilità dell'esistenza", alla sua indecifrabilità, alla congenita inconsistenza del mondo.
3 ciò che manca... senso: ciò che manca, e che ci tormente e mi trattiene qui tra gli alberi, ad attenderti, è la mancanza di un senso.
4 o il fuoco... radure: "un fuoco rigeneratore che proietti a terra le ombre dei nuovi tronchi, ossia le nuove generazioni o comunque ciò che sopravviverà alla barbarie di distruzione, in modo ordinato, in una unidirezionalità di intenti, come aste di un unico quadrante che scandisca concordemente il tempo umano" (Marica Romolini). Il sintagma "a terra stampi" rinvia ovviamente al celebre sonetto Solo e pensoso del Petrarca (R.V.F., XXXV ): "ove vestigio uman l'arena stampi".
5 e colmi... formiche: colmi anche (soggetto è il "fuoco") ceppaie vuote (cioè le parti del tronco di un albero tagliate a fior di terra), che fanno da nido alle formiche.
6 Troppo... umano: l'umanità, dilaniata dalla guerra, è ridotta allo stato vegetale.
7 troppo sorda: troppo soffocata, e quindi inascoltata ("sorda" nel senso di "smorzata".
8 troppo ansioso... Lunigiana: troppo incerta (come nota Isella, l'ansia è per ipallage quella di chi scruta) – è l'apertura che si profila, assottigliandosi le brume ("si sbiocca", ossia si riduce in fili come il cotone), sui gioghi innevati della Lunigiana, la regione che si estende tra la Toscana e la Liguria.
9 forma: è un tecnicismo della filosofia prima aristotelica e poi scolastica per indicare le sostanze celesti, le anime.
10. passò... riano: il «riano», come glossa Montale stesso, è un'"espressione dialettale per riale, fosso, botro. In
genovese riàn»" (In G. Zampa (a cura di), Il secondo mestiere. Prose 1920-1979, Mondadori, Milano 1996, p. 1518).
11 nasse atterrate: le reti, dalla forma conica o a campana, usate per la pesca di crostacei e pesci di fondo, tirate in secco.
12 poi si sciolse... intorno: si dileguò, come un sospiro, nell'atmosfera.
13 e ivi... luce: e qui (in quel momento) l'orrore ancora non erompeva come un flusso agitato.
14 oggi... annotta: non è più così oggi, che sul far del giorno già si fa buio.
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