METRO
Quattro strofe di lunghezza variabile con versi (perlopiù endecasillabi e settenari, anche doppi) liberamente rimati e ricchi di assonanze e consonanze.
COMMENTO
È una poesia programmatica, e quindi è collocata in apertura degli Ossi di seppia, subito dopo la "dedica" vera e propria costituita da In limine.
Montale prende fin dall'inizio le distanze dai "poeti laureati" (il riferimento più prossimo è certamente D'Annunzio) per rivendicare una poesia più genuina e quotidiana, rappresentata dai "limoni", con implicito riferimento agli orti di Monterosso, nelle Cinque Terre, che il poeta conosceva benissimo perché fin da fanciullo vi trascorreva le vacanze estive.
Se le piante "dai nomi poco usati" (bossi, ligustri, acanti) rinviano infatti ad un lessico aulico e raffinato, tipico della tradizione letteraria, i "limoni", col loro intenso e struggente profumo, che d'improvviso investe il frequentatore solitario degli orti, rappresentano la semplicità del linguaggio e l'autenticità della vita stessa. Per questo il poeta, anche in pieno inverno, quando torna in città, sembra quasi alla ricerca di quel profumo e del colore dorato dei limoni: e quando, "da un malchiuso portone", gli alberi dei limoni appaiono, gli sembra di intravedere uno squarcio di speranza e di fiducia nello squallore quotidiano della vita.
NOTE
1 laureati: "coronati" dell'alloro poetico, cioè riconosciuti ufficialmente come poeti.
2 bossi ligustri o acanti: i bossi e i ligustri sono arbusti da giardino; l'acanto è un fiore amaro e spinoso. Stanno qui ad indicare elementi comuni alla tradizione letteraria (c'è ad es. una poesia di Pascoli intitolata appunto Fior d'acanto).
3 Io, per me: "lo stacco è segnato nettamente dalla ripetizione del pronome di prima persona, a dire anche di un'esperienza del tutto personale" (Elio Gioanola).
4 riescono: conducono, sbucano.
5 qualche sparuta anguilla: una delle esperienze rimaste più impresse nella memoria del poeta è quelle delle cacce infantili, condotte coi ragazzi di Monterosso, alle piccole anguille appiattate nel fango dei torrentelli disseccati.
6 Meglio... inghiottite dall'azzurro: perché si crea quel silenzio adatto all'apparizione e al sentore degli alberi dei limoni.
7 rami amici: quelli delle piante dei limoni, ovviamente.
8 non sa staccarsi da terra: perché è un profumo pregnante, che non si disperde facilmente.
9 una dolcezza inquieta: perché avvertita come precaria e inconsueta.
10 delle divertite... la guerra: il conflitto dei sentimenti e delle sofferenze, deviati dal profumo dei limoni, trova un momento di tregua.
11 noi poveri: noi, poeti umili (non "laureati); ma non si può non pensare a tutta la gente comune.
12 il loro ultimo segreto: il senso ultimo della realtà e dell'esistenza.
13 la mente... disunisce: la mente cerca accordi e contrasti, nel tentativo di superare l'apparenza pura e semplice delle cose.
14 qualche disturbata Divinità: qualcosa che trascende il senso banale e scontato della quotidianità.
15 manca: vien meno, svanisce.
16 le cimase: i cornicioni.
17 la luce... l'anima: la luce invernale del giorno dura meno, influendo negativamente sullo stato d'animo.
18 le trombe d'oro della solarità: i limoni che annunciano la luce del sole.
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