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          Ascoltami, i poeti laureati1
          si muovono soltanto fra le piante
          dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti2.
          Io, per me3, amo le strade che riescono4 agli erbosi
      5  fossi dove in pozzanghere
          mezzo seccate agguantano i ragazzi
          qualche sparuta anguilla5:
          le viuzze che seguono i ciglioni,
          discendono tra i ciuffi delle canne
    10  e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.
          Meglio se le gazzarre degli uccelli
          si spengono inghiottite dall'azzurro6:
          più chiaro si ascolta il susurro
          dei rami amici7 nell'aria che quasi non si muove,
    15  e i sensi di quest'odore
          che non sa staccarsi da terra8
          e piove in petto una dolcezza inquieta9.
          Qui delle divertite passioni
          per miracolo tace la guerra10,
    20  qui tocca anche a noi poveri11 la nostra parte di ricchezza
          ed è l'odore dei limoni.
          Vedi, in questi silenzi in cui le cose
          s'abbandonano e sembrano vicine
          a tradire il loro ultimo segreto12,
    25  talora ci si aspetta
          di scoprire uno sbaglio di Natura,
          il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
          il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
          nel mezzo di una verità.
    30  Lo sguardo fruga d'intorno,
          la mente indaga accorda disunisce13
          nel profumo che dilaga
          quando il giorno più languisce.
          Sono i silenzi in cui si vede
    35  in ogni ombra umana che si allontana
          qualche disturbata Divinità14.
          Ma l'illusione manca15 e ci riporta il tempo
          nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
          soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase16
    40  La pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
          il tedio dell'inverno sulle case,
          la luce si fa avara - amara l'anima17.
          Quando un giorno da un malchiuso portone
          tra gli alberi di una corte
    45  ci si mostrano i gialli dei limoni;
          e il gelo del cuore si sfa,
          e in petto ci scrosciano
          le loro canzoni
          le trombe d'oro della solarità18.
    
    
    [Ossi di seppia, Arnoldo Mondadori Editore (Lo Specchio), 196915, pp. 20-21]

    METRO
    Quattro strofe di lunghezza variabile con versi (perlopiù endecasillabi e settenari, anche doppi) liberamente rimati e ricchi di assonanze e consonanze.

    COMMENTO
    È una poesia programmatica, e quindi è collocata in apertura degli Ossi di seppia, subito dopo la "dedica" vera e propria costituita da In limine.
    Montale prende fin dall'inizio le distanze dai "poeti laureati" (il riferimento più prossimo è certamente D'Annunzio) per rivendicare una poesia più genuina e quotidiana, rappresentata dai "limoni", con implicito riferimento agli orti di Monterosso, nelle Cinque Terre, che il poeta conosceva benissimo perché fin da fanciullo vi trascorreva le vacanze estive.
    Se le piante "dai nomi poco usati" (bossi, ligustri, acanti) rinviano infatti ad un lessico aulico e raffinato, tipico della tradizione letteraria, i "limoni", col loro intenso e struggente profumo, che d'improvviso investe il frequentatore solitario degli orti, rappresentano la semplicità del linguaggio e l'autenticità della vita stessa. Per questo il poeta, anche in pieno inverno, quando torna in città, sembra quasi alla ricerca di quel profumo e del colore dorato dei limoni: e quando, "da un malchiuso portone", gli alberi dei limoni appaiono, gli sembra di intravedere uno squarcio di speranza e di fiducia nello squallore quotidiano della vita.

    NOTE
    1 laureati: "coronati" dell'alloro poetico, cioè riconosciuti ufficialmente come poeti.
    2 bossi ligustri o acanti: i bossi e i ligustri sono arbusti da giardino; l'acanto è un fiore amaro e spinoso. Stanno qui ad indicare elementi comuni alla tradizione letteraria (c'è ad es. una poesia di Pascoli intitolata appunto Fior d'acanto).
    3 Io, per me: "lo stacco è segnato nettamente dalla ripetizione del pronome di prima persona, a dire anche di un'esperienza del tutto personale" (Elio Gioanola).
    4 riescono: conducono, sbucano.
    5 qualche sparuta anguilla: una delle esperienze rimaste più impresse nella memoria del poeta è quelle delle cacce infantili, condotte coi ragazzi di Monterosso, alle piccole anguille appiattate nel fango dei torrentelli disseccati.
    6 Meglio... inghiottite dall'azzurro: perché si crea quel silenzio adatto all'apparizione e al sentore degli alberi dei limoni.
    7 rami amici: quelli delle piante dei limoni, ovviamente.
    8 non sa staccarsi da terra: perché è un profumo pregnante, che non si disperde facilmente.
    9 una dolcezza inquieta: perché avvertita come precaria e inconsueta.
    10 delle divertite... la guerra: il conflitto dei sentimenti e delle sofferenze, deviati dal profumo dei limoni, trova un momento di tregua.
    11 noi poveri: noi, poeti umili (non "laureati); ma non si può non pensare a tutta la gente comune.
    12 il loro ultimo segreto: il senso ultimo della realtà e dell'esistenza.
    13 la mente... disunisce: la mente cerca accordi e contrasti, nel tentativo di superare l'apparenza pura e semplice delle cose.
    14 qualche disturbata Divinità: qualcosa che trascende il senso banale e scontato della quotidianità.
    15 manca: vien meno, svanisce.
    16 le cimase: i cornicioni.
    17 la luce... l'anima: la luce invernale del giorno dura meno, influendo negativamente sullo stato d'animo.
    18 le trombe d'oro della solarità: i limoni che annunciano la luce del sole.