Signore, sono qui, io sono Irish,
quello che non ha la bicicletta.
Tu lo sai che lavoro dai Lancaster
e che, a sera,
5 le mie reni non cantano.
Mi hai dato tante cose bee
e il mio cuore le ha viste volentieri:
i boschi, le rose, la fratta,
i piccoli stagni dei cieli e la notte,
10 le labbra di Ester,
i suoi seni,
quei suoi impossibili occhi,
il sonno, il risvelgio, il rumore
del fiume,
15 l'odore dei legni
duri... O mio Signore,
purtroppo c'è qualcosa che non va!
Io
che lavoro dai Lancasterm,
20 dormo e mangio a trenta miglia
dalla chiesa di padre Enrico.
Come posso, o Signore,
santificare il tuo giorno?
I camion sono fermi,
25 le auto non passano,
ed io neltuo giorno
sono stanco, o Signore.
Trenta miglia più trenta
sono troppe a piedi ed Irish,
30 tu ricordi, Signore,
non ha la bicicletta.
I passeri, gli scoiattoli, le lepri
gioiscono nel tuo giorno: io no.
Non so più se io sono tuo figlio:
35 in quel giorno non vengo alla tua casa,
io non ti onoro: come posso fare,
dimmi?
Posso stare sul prato a parlarti di me?
O debbo venire in fondo alla valle?
40 Soffro, Signore, e tu devi,
capisci?
devi fare qualcosa!
Andrà bene anche vecchia
la bicicletta
45 che manderai ad Irish,
perché tu, che sei buono,
hai tanti amici e a qualcuno
di loro
la puoi chiedere una vecchia biciclettal.
50 Che sia robusta, piuttosto, e grazie,
mio signore, grazie!
Dio, pardon... la Maonna
te ne renderà merito, di certo.
Io sono Irish, Signore,
quello che verrà da te in bicicletta.
[Un poeta cieco di rabbia, liberodiscrivere, Genova 2004]
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