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          Bello quel nome, Costanza: l'udii, ti credevo Costanza
               di fatto. No. Più amara sei di morte.
          Fuggi chi t'ama, colui che non t'ama l'insegui, fin tanto
               che t'ami anch'egli, per fuggirlo a turno.
          È la tua bocca un amo che fa impazzire: l'ho morso:
               eccomi appeso al labbro tuo di rosa.
    
    [In Antologia Palatina. Tutte le poesia d'amore, Einaudi, Torino 2000]