METRO
Distici di doppi novenari o ottonari, che accentuano l'andamento prosastico dei lunghi periodi. Il primo emistichio rima con l'ultimo, il secondo con il terzo (ABBA).ABBA.
COMMENTO
Il poeta, o meglio l'io lirico, sfogliando un album, ritrova una foto scattata nel 1850 che ritrae la sua nonna Speranza con l'amica Carlotta (la fanciulla in abito rosa della fotografia), entrambe diciassettenni e compagne di studio in collegio. Il ricordo di quel tempo lontano e perduto emerge con un tono di affettuosa ironia, con inserti di dialogo che conferiscono ai versi un andamento narrativo.
Il poemetto si apre con la descrizione di un salotto borghese dell'Ottocento, con i suoi mobili e soprammobili che evocano lontani ricordi: un inventario di piccoli oggetti di poco pregio, ma con pretese di eleganza, che fanno da cornice alla vita borghese e ne riassumono la visione del mondo: "buone cose di pessimo gusto" (v. 12). L'io lirico fa da filo conduttore tra la realtà presente (cioè la descrizione del salotto) e un evento del passato (il Risorgimento), rievocato nostalgicamente attraverso gli oggetti, l'abbigliamento, i discorsi e le abitudini: "rinasco, rinasco del mille ottocento cinquanta" (v. 14).
Quindi si narra il ritorno dal collegio di Speranza, in compagnia dell'amica Carlotta: due diciassettenni che hanno appena superato brillantemente l'esame. Le due amiche provano al piano una romanza secentesca, "dolci bruttissimi versi" (v. 32) con rime facili e banali, corrispondenti in musica alle "buone cose di pessimo gusto". Poi nuovi personaggi popolano il salotto (vv. 46-71): le figure stereotipate degli zii, fatti oggetto di un'ironia corrosiva da parte del poeta, che ne mette in luce la banalità nella conversazione e il moralismo ipocrita quando Carlotta e Speranza vengono allontanate, perché incominciano discorsi ritenuti inadatti per loro.
Nella conclusione l'io lirico, accennando a sé stesso, si rivolge a Carlotta: "Ove sei / o sola che – forse – potrei amare, amare d'amore?" (vv. 108-109). Quella romantica e ingenua fanciulla, che il poeta non ritrova nei suoi tempi, è la sola che potrebbe ispirargli un autentico sentimento dìamore. Ma l'illusione si dissolve, e al desiderio di aderire a quel mondo passato subentra la malinconica consapevolezza che il vagheggiamento d'amore è svanito per sempre.
L'adesione sentimentale del poeta alla vita e alla cultura del secolo precedente è corretta da espressioni ironiche, che stanno a indicare un distacco razionale, soprattutto nei due ossimori "buone cose di pessimo gusto" (v. 12) e i "dolci bruttissimi versi" (v. 32): le "buone cose" lo attraggono per il mondo affettivo che evocano, ma nel contempo vengono respinte in quanto espressione del "pessimo gusto" dei suoi predecessori. Lo zio, conservatore e fedele all'imperatore d'Austria, è oggetto di un'ironia sarcastica; e così la Zia, sua degna consorte: entrambi ipocriti e pettegoli, il loro conformismo borghese è reso mediante il discorso diretto, che ne riproduce le espressioni lente e ripetitive.
Un'ironia raffinata e affettuosa è invece rivolta alle due fanciulle e al loro romantico confidarsi i segreti d'amore (vv. 15-45; 72-101).
NOTE
1 Loreto: tipico nome da pappagallo.
2 le buone cose di pessimo gusto: oggetti di gusto grossolano, che oggi definiremmo kitsch (quali sono tanti souvenir turistici).
3 scrigni fatti di valve: portaoggetti fatti con gusci di conchiglie.
4 gli albi... arcaici: i fiori negli album sono dipinti con un gusto fuori moda.
5 Massimoo d'Azeglio: scrittore e uomo politico dell'epoca, nonché mediocre pittore.
6 dagherrotipi: i dagherròtipi sono le prime immagini fotografiche, dette così dal nome del loro inventore, il francese Daguerre.
7 vetusto: antico (termine aulico).
8 immilla: riproduce mille volte le immagini (termine aulico).
9 il cùcu dell'ore: orologio a cucù.
10 chermisi: cremisi, rosso vivo.
11 da poco... gonna: le donne usavano portare sotto la gonna una veste retta da fili di ferro, che snelliva la figura. Era una moda da signorine, e non più da bambine.
12 crinoline: gonna lunga a campana, rigida e fatta di tessuto di crine.
13 artefatti: artificiosi.
14 Arcangelo del Leuto... Scarlatti: due noti compositori del Seicento.
15 Giordanello: Giuseppe Giordani detto Giordanello, compositore del Settecento, autore di melodrammi.
16 romanza: componimento musicale.
17 ascoso: nascosto (termine aulico).
18 Prati: Giovanni Prati, poeta romantico già citato da Gozzano in La signorina Felicita ovvero la Felicità.
19 amante: ammiratrice.
20 gesuitico e tardo: ipocrita e lento.
21 la Brambilla... Ernani: all'epoca si diceva che la soprano Teresa Brambilla si fosse ritirata dalle scene perché troppo grassa per interpretare la parte di Elvira nell'Ernani di Giuseppe Verdi.
22 la Scala: il famoso teatro di Milano.
23 Fenice: teatro di Venezia.
24 Rigoletto: una
25 cammei: pietre dure con figure intagliate a bassorilievo.
26 Radetzky: il generale austriaco che sconfisse l'esercito piemontese durante la Prima guerra d'indipendenza (1848-1849).
27 giovine Re di Sardegna: Vittorio Emanuele II, appena succeduto a Carlo Alberto.
28 sibillino: misterioso.
29 volano: palla di sughero con piume che si lancia con le racchette, gioco simile al tennis.
30 sogni trilustri: sogni di quindicenni; un lustro (termine aulico) indica un periodo di cinque anni.
31 contessa Maffei: la contessa milanese Clara Maffei aprì il suo salotto agli intellettuali e ai politici dell'età risorgimentale.
32 stigmatizzata: segnata (termine aulico).
33 in coro: in cerchio.
34 nimbo: foschia.
35 Novelliere Illustrato: periodico di narrativa dell’ultimo Ottocento.
36 Parisina la bella: la protagonista di una romantica storia d'amore del poeta inglese Byron (1816).
37 Werter: il protagonista del romanzo epistolare I dolori del giovane Werther (1774), dello scrittore tedesco Goethe, si suicida per Carlotta, donna da lu disperatamente amata. Il dialogo con la luna e il suicidio per amore sono costanti narrative della letteratura romantica.
38 mi libro: mi innalzo.
39 Carlotta!... crinoline: le essenze sono sostanze volatili di odore pungente, usate per far rinvenire; di qui la similitudine: il nome Carlotta, dolce e un po' superato, fa rinascere, come un profumo, le immagini di un passato fatto di diligenze, scialli e sottogonne ottocentesche (crinoline).
40 i casi... Foscolo: si tratta delle Ultime lettere di Jacopo Ortis (1802), di Ugo Foscolo.
41 cantico: canto religioso.
42 nel fiore: reale.
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