Johann Wolfgang von Goethe nacque a Francoforte sul Meno il 28 agosto 1749, primogenito di Johann Kaspar, giurista e consigliere imperiale, e di Katharina Elisabeth Textor, figlia del sindaco della città e appartenente all'alta borghesia originaria della Svevia.
Già a 16 anni, a Lipsia, dove si era recato per studiarvi diritto, fornì le sue prime prove poetiche: due commedie e due libri di liriche. Tali componimenti non vennero però apprezzati ed egli stesso si convinse che fosse meglio bruciare la maggior parte di quella prima produzione.
Il 28 agosto 1768 ritornò a Francoforte e nel 1770 si trasferì a Strasburgo per terminarvi gli studi. Qui, tra le esperienze decisive di Strasburgo spiccano l'incontro "fatale" con Herder e la lettura di Shakespeare, che segnarono la vasta produzione letteraria del successivo quinquennio, culminata nell romanzo epistolare Die Leiden des jungen Werthers ("I dolori del giovane Werther"), pubblicato nel 1774, appassionata storia di una delusione amorosa che si conclude con il suicidio del protagonista. In un'epoca segnata da un forte sentimentalismo, l'opera ebbe un immediato successo.
Tornò per un breve periodo a Francoforte ma nell'autunno del 1775 lasciò definitivamente la città natale per stabilirsi alla corte di Weimar, dove, entrato nelle simpatie della famiglia ducale, fu nominato consigliere segreto e quindi ministro, ottenendo infine il titolo nobiliare.
Il primo decennio trascorso a Weimar fu di relativo silenzio poetico e d'intensa attività pratica. Il contatto costante coi problemi della vita lo sospingeva piuttosto verso le scienze naturali. E così si occupò di geologia e di mineralogia, passò poi all'anatomia e fu attratto infine dalla botanica e dalla storia naturale.
Nell'autunno del 1786, il viaggio in Italia segnò un passaggio decisivo per la vita e l'ispirazione del poeta. Nel "paese dei limoni" infatti, e in particolare nell'Italia classica del meridione e a Roma, egli sentì rifiorire tutte le aspirazioni poetiche che il decennio "attivistico" di Weimar aveva in buona parte represso.
In Italia aveva portato a termine l'Egmont (1787) ed ultimata la stesura in versi della Iphigenie in Tauris. Fu terminato invece a Weimar il Torquato Tasso, un dramma ricco di elementi autobiografici (in particolare, il poeta consapevole della propria genialità inserito in una sorda e intrigante corte principesca) filtrati ma non rimossi. Frutto dell'esperienza italiana, e in particolare romana, furono anche le Römische Elegien (1788-89).
Intanto in Goethe si ravvivò l'interesse per il classicismo, che lo spinse a riprendere i due temi per antonomasia "goethiani": quello di Wilhelm Meister e di Faust.
Già prima del viaggio in Italia Goethe aveva iniziato, e poi sospeso, un vasto romanzo a sfondo autobiografico, Wilhelm Meisters theatralische Sendung ("La missione teatrale di W.M."), il cui manoscritto fu ritrovato solo nel 1910; era la narrazione realistica delle esperienze di un giovane della buona borghesia innamorato del teatro. Nel 1794 Goethe ne riprese il tema e nel 1796 uscì una compiuta stesura del romanzo sotto il titolo Wilhelm Meisters Lehrjahre ("Gli anni di noviziato di W.M."), capolavoro del genere tipicamente tedesco dell'Entwicklungsroman ("romanzo di formazione") e nello stesso tempo quadro vivace di tutta un'epoca.
Al Faust Goethe si era dedicato fin dal 1772, e nel 1775 era pronta una prima e incompleta stesura, il cosiddetto Urfaust (il cui ritrovamento è avvenuto solo nel 1887), una delle opere più legate alla poetica dello Sturm und Drang. Solo nel 1808 uscì la redazione definitiva della prima parte (Faust. Der Tragödie erster Teil).
L'anno successivo vide la luce Die Wahlverwandtschaften ("Le affinità elettive"), esemplare romanzo sulla passione amorosa vissuta in età adulta. La profondità dell'analisi psicologica e la tensione della vicenda sono sorrette da una scrittura perfettamente sorvegliata che attenua il pathos che attraversa l'intera narrazione.
Dopo una laboriosa gestazione, uscì nel 1819 il Westöstlicher Divan ("Divano occidentale orientale"), dettato anzitutto dall'amore, tanto forte quanto dolorosamente votato a una cosciente rinuncia, per Marianne von Willemer, giovanissima poetessa. È il solo complesso di poesie pubblicato da Goethe in unico volume.
L'ultimo Faust fu elaborato tra il 1825 e il 1831, con la dolorosa parentesi della morte del figlio e di una grave malattia da cui Goethe si riprese forse per la estrema determinazione di portare a compimento l'"opera della sua vita". Quest'opera, anche se eterogenea e sovraccarica, ha pagine di straordinaria bellezza e resta la potente somma poetica di tutta una vita. Faust, che all'inizio si ridesta a nuova vita, è destinato alle esperienze più sbalorditive, ad attingere dimensioni sempre più vaste e globali, passando di affanno in affanno e di colpa in colpa finché, vecchissimo e quasi cieco, saluterà la morte con un esaltante inno alla libertà. La seconda parte del Faust (Faust. Der Tragödie zweiter Teil) fu pubblicata pochi mesi dopo la morte di Goethe, per esplicita volontà dell'autore. Egli era certo che non avrebbe ricevuto comprensione da parte di contemporanei, e non s'ingannava: in particolare l'ultimo Goethe non era fatto per essere agevolmente inteso.
Goethe morì a Weimar, dove le sue spoglie riposano, il 22 marzo 1832, probabilmente per un attacco cardiaco.
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