METRO
Dodici strofe di diversa lunghezza, con prevalenza di distici.
COMMENTO
Composto fra il 1224 e il 1226, il Cantico delle Creature (il cui titolo originale è Laudes creaturarum (cioè Lodi delle creature), è considerato da molti critici il primo testo letterario in volgare italiano. Esso prevede infatti l'uso consapevole dei mezzi retorici e linguistici; ed inoltre non è, come potrebbe sembrare a una prima lettura, né ingenuo né spontaneo, bensì si rifà a precisi precedenti letterari, soprattutto biblici (come il salmo 148 di Davide).
Originariamente accompagnato dalla musica, composta dallo stesso Francesco e ormai perduta, il testo è scritto, più che in versi veri e propri, in una prosa ritmica.
Sostenuto dalla fede nel Dio creatore, Francesco esprime con un stile semplice e immediato la lode di tutte le cose create, in quanto tutte testimonianza dell'onnipotenza e della volontà di Dio. La scelta del volgare fu certamente dettata dall'esigenza di rivolgersi soprattutto agli umili, per comunicare loro il senso ottimistico e gioioso della vita e la piena fiducia in Dio.
Francesco non respinge il mondo terreno, come fa ad esempio Iacopone da Todi, ma elogia tutte le creature anche se non tanto in sé, ma in quanto immagini di Dio e simboli della realtà trascendente. La visione del mondo che ne risulta è serena e armoniosa, grazie alla fratellanza di tutte le "creature", personificate e tutte considerate di grandissima importanza e chiamate. Tutti i principali elementi naturali vi sono compresi: il sole, la luna e le stelle), l'aria, l'acqua, il fuoco, la terra. Persino della morte Francesco rivela una concezione del tutto innovativa, tanto da essere chiamata anch'essa "sora" (cioè sorella) e da non essere più temuta.
Un problema interpretativo è costituito dal valore da assegnare alla preposizione "per": si può infatti intendere come causale ("per aver creato"); complemento d'agente ("dalle creature"); ma anche come complemento di mezzo ("attraverso le tue creature").
FIGURE RETORICHE
Possiamo segnalare alcune anafore ("laudato si'", che ricorre all'inizio di 9 strofe su 12) e varie personificazioni ("messer lo frate sole", v. 6; "sora luna e le stelle", v. 10; "frate vento", v. 12; "sor'acqua", v. 15; "frate focu", v. 17; "sora nostra madre terra", v. 20; "sora nostra morte corporale", v. 27.
NOTE
1 bon: in senso intensivo, come dire "fonte di ogni bene".
2 Tue s': Spettano, appartengono a te.
3 se konfano: si confanno, si addicono.
4 et nullo... mentovare: e nessun uomo è degno di norminarti.
5 cum: con, interpretabile con valore strumentale ma più opportunamente di compagnia, e quindi come dire "così come.
6 messor lo frate: messer, signor fratello.
7 è iorno: giorno, cioè luce del giorno.
8 allumini... lui: ci illumini, ci dai luce, per mezzo suo.
9 radiante: raggiante, splendente.
10 porta: contiene
11 per: il termine è interpretato da alcuni come preposizione d'agente (cioè "da..."); da altri come complemento di causa ("a causa di...", cioè per aver creato sorella Luna); da altri ancora come compemento di mezzo ("attraverso...").
12 create luminose, splendenti.: create luminose, splendenti.
13 aere... tempo: vento, nuvole, sereno ed ogni tempo.
14 sustentamento: sostegno, nutrimento.
15 casta: pura, anche in senso religioso, cioè "che purifica" (infatti è usata nel battesimo).
16 enallumini: illumini, rischiari.
17 iocundo et robustoso: gioioso e vigoroso.
18 sustenta: mantiene, alimenta.
19 sostengo... tribulatione: sopportano malattie e sofferenze.
20 ke 'l sosterrano in pace: che le (malattie e sofferenze) sopporteranno serenamente.
21 sirano incoronati: saranno premiati.
22 trovarà: soggetto è la "morte corporale".
23 la morte secunda: la morte dell'anima, cioè la dannazione.
24 Laudate e benedicete: l'invito è ovviamente rivolto ai fedeli.
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