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          Altissimu, onnipotente, bon1 Signore,
          tue so'2  le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
    
          Ad Te solu, Altissimu, se konfano3,
          et nullu homo ene dignu Te mentovare4).
    
      5  Laudato si', mi' Signore, cum5 tucte le Tue creature,
          spetialmente messor lo frate6 sole,
          lo quale è iorno7, et allumini noi per lui8.
          Et ellu è bellu e radiante9 cum grande splendore:
          de Te, Altissimo, port10 significatione.
    
    10  Laudatu si', mi Signore, per11 sora luna e le stelle:
          in celu l'ài formate clarite12 et pretiose et belle.
    
          Laudato si', mi Signore, per frate vento,
          et per aere et nubilo e sereno et onne tempo13,
          per lo quale a le Tue creature dài sustentamento14.
    
    15  Laudato si', mi Signore, per sor'acqua,
          la quale è molto utile et humile et pretiosa et casta15.
    
          Laudatu si', mi Signore, per frate focu,
          per lu quale enallumeni16 la nocte:
          et ello è bello et iocundo et robustoso1 et forte.
    
    20  Laudatu si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
          la quale ne sustenta18 et governa,
          et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
    
          Laudatu si', mi Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore,
          et sostengo infirmitate e tribulatione19.
    
    25  Beati quilli ke 'l sosterrano in pace,20
          ka da Te, altissimo, sirano incoronati21.
    
          Laudatu si', mi Signore, per sora nostra morte corporale,
          da la quale nullu homo vivente po skappare:
          guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
    30  Beati quelli ke trovarà22 ne le Tue sanctissime voluntati,
          Ka la morte secunda23 no 'l farrà male.
    
          Laudate e benedicete24 mi' Signore et rengratiate
          Et serviateli cum grande humilitate.
    
    
    [In Poeti del Duecento, a cura di G. Contini, Ricciardi, Milano-Napoli 1960, pp. 33-34]

    METRO
    Dodici strofe di diversa lunghezza, con prevalenza di distici.

    COMMENTO
    Composto fra il 1224 e il 1226, il Cantico delle Creature (il cui titolo originale è Laudes creaturarum (cioè Lodi delle creature), è considerato da molti critici il primo testo letterario in volgare italiano. Esso prevede infatti l'uso consapevole dei mezzi retorici e linguistici; ed inoltre non è, come potrebbe sembrare a una prima lettura, né ingenuo né spontaneo, bensì si rifà a precisi precedenti letterari, soprattutto biblici (come il salmo 148 di Davide).
    Originariamente accompagnato dalla musica, composta dallo stesso Francesco e ormai perduta, il testo è scritto, più che in versi veri e propri, in una prosa ritmica.
    Sostenuto dalla fede nel Dio creatore, Francesco esprime con un stile semplice e immediato la lode di tutte le cose create, in quanto tutte testimonianza dell'onnipotenza e della volontà di Dio. La scelta del volgare fu certamente dettata dall'esigenza di rivolgersi soprattutto agli umili, per comunicare loro il senso ottimistico e gioioso della vita e la piena fiducia in Dio.
    Francesco non respinge il mondo terreno, come fa ad esempio Iacopone da Todi, ma elogia tutte le creature anche se non tanto in sé, ma in quanto immagini di Dio e simboli della realtà trascendente. La visione del mondo che ne risulta è serena e armoniosa, grazie alla fratellanza di tutte le "creature", personificate e tutte considerate di grandissima importanza e chiamate. Tutti i principali elementi naturali vi sono compresi: il sole, la luna e le stelle), l'aria, l'acqua, il fuoco, la terra. Persino della morte Francesco rivela una concezione del tutto innovativa, tanto da essere chiamata anch'essa "sora" (cioè sorella) e da non essere più temuta.
    Un problema interpretativo è costituito dal valore da assegnare alla preposizione "per": si può infatti intendere come causale ("per aver creato"); complemento d'agente ("dalle creature"); ma anche come complemento di mezzo ("attraverso le tue creature").

    FIGURE RETORICHE
    Possiamo segnalare alcune anafore ("laudato si'", che ricorre all'inizio di 9 strofe su 12) e varie personificazioni ("messer lo frate sole", v. 6; "sora luna e le stelle", v. 10; "frate vento", v. 12; "sor'acqua", v. 15; "frate focu", v. 17; "sora nostra madre terra", v. 20; "sora nostra morte corporale", v. 27.

    NOTE
    1 bon: in senso intensivo, come dire "fonte di ogni bene".
    2 Tue s': Spettano, appartengono a te.
    3 se konfano: si confanno, si addicono.
    4 et nullo... mentovare: e nessun uomo è degno di norminarti.
    5 cum: con, interpretabile con valore strumentale ma più opportunamente di compagnia, e quindi come dire "così come.
    6 messor lo frate: messer, signor fratello.
    7 è iorno: giorno, cioè luce del giorno.
    8 allumini... lui: ci illumini, ci dai luce, per mezzo suo.
    9 radiante: raggiante, splendente.
    10 porta: contiene
    11 per: il termine è interpretato da alcuni come preposizione d'agente (cioè "da..."); da altri come complemento di causa ("a causa di...", cioè per aver creato sorella Luna); da altri ancora come compemento di mezzo ("attraverso...").
    12 create luminose, splendenti.: create luminose, splendenti.
    13 aere... tempo: vento, nuvole, sereno ed ogni tempo.
    14 sustentamento: sostegno, nutrimento.
    15 casta: pura, anche in senso religioso, cioè "che purifica" (infatti è usata nel battesimo).
    16 enallumini: illumini, rischiari.
    17 iocundo et robustoso: gioioso e vigoroso.
    18 sustenta: mantiene, alimenta.
    19 sostengo... tribulatione: sopportano malattie e sofferenze.
    20 ke 'l sosterrano in pace: che le (malattie e sofferenze) sopporteranno serenamente.
    21 sirano incoronati: saranno premiati.
    22 trovarà: soggetto è la "morte corporale".
    23 la morte secunda: la morte dell'anima, cioè la dannazione.
    24 Laudate e benedicete: l'invito è ovviamente rivolto ai fedeli.