METRO
Due strofe di versi liberi e di varia lunghezza.
COMMENTO
Lo scatenarsi di un temporale distrae il poeta, intento a tradurre una poesia di Brecht, dal suo lavoro. Egli osserva ora le tegole del tetto investite dalla tempesta ed ora quei versi, in cui sono racchiuse le grida degli "oppress" e le piaghe inferte loro dagli "oppressori". Ma ecco che quelle parole, che prima gli sembravano "di cemento e di vetro", forti e limpide, diventano morte, e la voce di Brecht si trasforma, diventa
inattuale.
Quell'epoca è ormai finita e oppressi e oppressori vivono gli uni accanto agli altri tranquilli, non si fanno più la guerra anche se tra loro resta un odio "cortese". Il poeta afferma di aver perduto egli stesso il senso del vecchio contrasto, di essersi arreso e di essere diventato un nemico degli oppressi ("Fra quelli dei nemici scrivi / anche il tuo nome").
La constatazione provoca in lui un senso di smarrimento, e continuare a scrivere gli sembra inutile. Ma poi prevale la sua voce più intima, che lo incoraggia a scrivere e a odiare ancora, cioè a lottare, contro chi spinge verso obiettivi privi di valore ("guida al niente"), contro chi vuole addormentare le coscienze. Anche se la poesia non cambia il mondo, è necessario continuare a scrivere e fare sentire la propria voce: "La poesia / non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi".
NOTE
1 grande: forte, violento.
2 attorcigliato: addensato.
3 rompere: scatenarsi.
4 battagliati: colpiti.
5 ascoltavo: avvertivo.
6 guida al niente: spinge verso obiettivi privi di valore.
7 con enfasi: con grande fragore.
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