• [omissis]

    Temo che i miei venticinque lettori
    giudicheranno indegno di un sapiente
    sostenere che ciò che appare fuori
    sia qualcosa di vacuo e inconsistente!
    Eppure è proprio per questo motivo
    che Platone respinse il tentativo

    dell'arte di imitare le sensibili
    cose del mondo, le quali già sono
    imitazioni di quelle invisibili
    o, per dir meglio, nient'altro che il dono
    di un demiurgo che, con intelligenza,
    a ogni cosa dà foggia e consistenza.

    [omissis]

    Ora vorrei parlare, poiché penso
    sia fra gli atteggiamenti più eclatanti
    assunti da Platone, del dissenso
    manifestato verso i più importanti
    regimi del suo tempo. Egli per questo
    scrisse un libro tutt'altro che modesto

    - la Repubblica - in cui delineò
    la genesi e struttura dello stato,
    principalmente in funzione, però,
    di stabilire a chi andasse assegnato
    l'impegno di governo affinché il bene
    regni nel mondo come si conviene.

    Nessuno, credo, si sorprenderà
    di saper che Platone disse questo:
    che soltanto il filosofo ci dà
    garanzia di un agire buono e onesto,
    perché conosce il bene, e solamente
    chi lo conosce lo attua fermamente.

    Mi sorge tuttavia, spontaneamente,
    un dubbio: vale a dire se Platone
    fosse vivo ancor oggi, nel presente,
    e conoscesse Pera e Buttiglione,
    confermerebbe quella sua teoria
    di dar potere alla filosofia?

    [omissis]