• [omissis]

    La canzone dell'amore perduto è una canzone d'amore e di memoria, di rimpianto e di nuova attesa, in cui De André riprende alcuni dei motivi tipici (stereotipi quasi) della dimensione dell'innamoramento: la primavera, le viole, le rose, la passione, e poi i "fiori appassiti", cioè l'affievolirsi della passione stessa.
    L'inizio dell'amore è descritto con freschezza quasi adolescenziale, in virtù della spontanea, immancabile e ricorrente promessa, con cui si cerca di dare al rapporto "una illusoria dimensione di perennità":

    Ricordi, sbocciavan le viole
    con le nostre parole:
    "non ci lasceremo mai,
    mai e poi mai".

    Ma la quotidianità, forse la ripetitività, la consuetudine, fanno spegnere il grande fuoco della passione (...) per lasciare soltanto le ceneri appena tiepide della tenerezza e delle carezze date svogliatamente, per abitudine o per dovere:

    L'amore che strappa i capelli
    è perduto ormai,
    non resta che qualche svogliata carezza
    e un po' di tenerezza.

    [omissis]

    Il testo è di facile lettura. Di immediata comprensione il v. 9: "l'amore che strappa i capelli", che indica chiaramente la passione amorosa e che ha una triplice valenza a livello retorico: possiamo infatti considerarla, contemporaneamente, come metafora, personificazione e iperbole. Ma anche nessun dubbio sul senso dell'altra espressione metaforica: "coprirai d'oro" (v. 19), che in questo contesto non può far pensare in alcun modo all'offerta di beni materiali ma bensì all'amore, alle attenzioni che l'uomo riverserà sul suo "amore nuovo".

    [omissis]