REALTÀ SIMBOLICHE E SEMIOTICHE
Dualismi fittizi, sintomi di un discorso più profondo aldilà dei significati specifici. Quando dico "più profondo" mi riferisco ad una struttura che risale da un'ANOMALIA ORIGINARIA concatenata al concetto di COSCIENZA. Strutturalmente porta all'espressione simbolica poiché derivante da due filoni anomali e contrapposti (conscio ed inconscio). Tale struttura va aldilà delle diatribe psicoanalitiche del secolo scorso legate in particolar modo ai padri della psicoanalisi1, dualismo esistente solo per coloro che non intendono il simbolo come rispecchiamento della stessa struttura reale che ha nello stesso specifico l'inconciliabilità. L'unico che si avvicina e intuisce qualcosa in più a mio avviso è Lacan. Quando, quest'ultimo, parla di una struttura simbolica PRIMITIVA2 si avvicina alla sottintesa anomalia ORIGINARIA. La razionalizzazione della REALTÀ SIMBOLICA, avviene in Freud con il transfert - e il passaggio successivo, ovvero, la SUBLIMAZIONE assunta cognitivamente: con queste operazioni avviene l'allineamento degli OGGETTI MENTALI(OM), l'espressione semiotica di questo allineamento è L'INSIEMISTICA. Il linguaggio logico-simbolico in questo senso è il parto necessario di una realtà che paradossalmente è alla base di un DUALISMO STRUTTURALE, non superabile attraverso un'operazione cognitiva; il dualismo strutturale è superabile soltanto con il cambio di struttura3. Se si considera il simbolo come frutto (necessitante) stesso della struttura dualistica originaria, quale parto dei due mondi contrapposti (inconscio), allora i segni non sono qualcosa di arbitrario ma il concretizzarsi della struttura simbolica del reale. Partendo da questo presupposto si sconfiggono i dualismi, perché si riconosce il simbolo non come accessorio, ma come parte della struttura stessa dell'essere, da intendere non più all'interno del dualismo FISICO-METAFISICO. Soltanto mantenendo un legame ferreo e non arbitrario fra questi due fattori è possibile porre le basi della struttura del pensiero matematico. Quando Freud pone il prodotto sublimato come ponte fra due mondi contrapposti e apparentemente inconciliabili, sa che tale concetto si regge sull'ambiguità che consiste nel rendere accettabile una realtà inaccettabile. È proprio su questa struttura che avviene l'allineamento degli oggetti mentali; tale struttura sganciata dalla psicoanalisi e resa cognitiva, come era nella sua natura, rende possibile e dimostra l'apparente superamento del dualismo. Fra realtà simbolica e realtà semiotica in questo senso si può applicare il concetto aristotelico che non lascia spazio all'arbitrio, vale a dire, fra struttura simbolica del reale e segni che lo compongono c'è lo stesso rapporto necessitante che fra la sostanza come essenza dell'essere e la sostanza come essere dell'essenza: così si entra perfettamente nella nuova logica assolutamente non arbitraria del legame fra gli OM allineati e l'insiemistica; è una logica provvisoria ma ad un tempo universale, perché universale è l'ambiguità originaria dalla quale scaturisce, ma questa consente fatalmente anche se transitoriamente di raggiungere la logica simbolica matematico-quantistica, anche se a livello percettivo ne resta esclusa, come è esclusa a livello essenzialmente matematico. IL DARWINISMO MENTALE NON È UNA SOLUZIONE AL PROBLEMA COGNITIVO LEGATO AL PENSIERO LOGICO-SIMBOLICO, GLI OM SI ALLINEANO NON IN MODO EVOLUTIVO Il superamento del dualismo a livello logico-simbolico, non avviene con una metodologia di rispecchiamento evolutivo, perchè questo si è sempre rivelato un fattore ideologico di grande efficacia, ma proprio per questo, cognitivamente assai limitante. Dal darwinismo neurale al darwinismo mentale, c'è alla base un dualismo irrisolto. La questione da chiarire è: dialettica o evoluzionismo? Alla base della confusione fra i due concetti, c'è un tentativo ideologico. Partiamo dall'esperienza storica di Darwin: ancora oggi è validissima, se la si protegge dai neurobiologismi assunti ideologicamente. Non si risolve il dualismo cognitivo coll'accettazione neurobiologica in toto proveniente dal dualismo strutturalmente irrisolto. Accettare il darwinismo mentale come base della struttura logico simbolica come viene a galla nel dibattito Changeux - Connes è un errore che i neurobiologi commettono spesso e alla base c'è lo stesso errore percettivo che si proietta nella biologizzazione confondendo le basi neuroniche necessarie e sviluppatesi mediante un processo evolutivo con il processo dialettico degli OM molto più complesso, perché concorre anche la struttura della BASE MASETRIALE4. La domanda che si pongono in genere i neurobiologi è questa: Come avviene la selezione degli oggetti matematici? È senza ombra di dubbio mal posta e la teoria di Changeux derivante da siffatte domande non risolve la questione. Changeux e Connes parlano del concetto di ILLUMIZIONE che si produrrebbe in una fase combinatoria darwiniana5. Si adegua maggiormente il concetto di RISPECCHIAMENTO che conduce ad rapporto solido e non arbitrale fra allineamento degli OM tramite SUBLIMAZIONE e gli INSIEMI. Accettabile e documentato in Changeux, al contrario, il meccanismo cerebrale di collegamento tra la CORTECCIA FRONTALE e il SISTEMA LIMBICO, proposto. Il RISPECCHIAMENTO non esclude però l'ambiguità legata al concetto stesso, il quale crea mantenendo la sua ferrea logica intrinseca, un apparente superamento momentaneo del piano strutturale. La risoluzione matematica, grazie all'allineamento degli OM e il successivo rispecchiamento non arbitrale sul pano dell'insiemistica e successivamente sul piano algebrico, lascia irrisolti molti problemi a livello epistemologico; inoltre i limiti percettivi complicano ulteriormente la questione. È per questi motivi che la contraddizione che fece ammattire Einstein fino alla fine nell'eremo di Princeton divenne irrisolvibile sul piano esclusivo del pensiero logico-simbolico, irrisolvibile, nonostante il sommo genio credesse il contrario. Bisogna tener conto che il pensiero matematico è già frutto del dualismo, quindi non può pretendere di risolvere una conseguenza del DUALISMO ORIGINARIO e soprattutto venire a capo di un mondo non deterministico un pensiero profondamente deterministico. Come afferma giustamente John L. Casti, "la teoria dei quanti. Diversamente dalla relatività, essa era di natura". Finché la misurazione non viene effettuata, gli elettroni hanno solo una probabilità di essere trovati in una determinata posizione. La relatività generale, d'altra parte, era puramente classica: gli oggetti si muovevano in accordo con leggi rigidamente deterministiche della meccanica newtoniana. Era una teoria del tutto coerente del campo gravitazionale. La teoria dei quanti, invece, forniva una spiegazione completa della luce; era dunque una teoria del campo elettromagnetico"6. Io credo che soltanto uno sguardo quantistico riesca ad unificare veramente i campi. Sul cammino di un'analisi delle strutture percettive, superabili in parte cognitivamente, da un'epistemologia storico-dialettica, che parta dal principio che non esiste un prima deterministico e un dopo indeterministico, ma una dimensione indeterministica in toto.
NOTE 1 Dibattito riassunto anche in: Umberto Galimberti, La terra senza male, "Jung: dall'inconscio al simbolo", Universale Feltrinelli, 1 edizione 1984, edizione del 2001, particolarmente importanti da pagina 43 a pag. 86. 2 Anche se è esatta l'osservazione Laplanche - Pontalis, nciclopedia della psicoanalisi, Laterza, 1968, alla voce SIMBOLICO, "tra la simbologia freudiana e il simbolismo di Lacan vi è una chiara differenza; Freud mette l'accento sul rapporto che unisce, per quanto complesse siano le connessioni, il simbolo è ciò che da esso è rappresentato, mentre per Lacan è la struttura del sistema simbolico che è primaria; il legame con il simbolizzato (per esempio il fattore di somiglianza, l'isomorfismo) è secondario e impregnato di immaginario". 3 Nella critica feuerbachiana di Marx nell'Ideologia tedesca, vi è in nuce la base storica del principio considerante la struttura come privilegiata in funzione dei limiti cognitivi (Ideologiadeologia tedesca, testo consigliabile quello degli Editori Riuniti). Interpretazione egregia del principio: Bogdan Suchodolski, Fondamenti di pedagogia marxista, La Nuova Italia Editrice, prima ristampa 1963, "La critica della filosofia feuerbachiana", pag. 346-356. 4 Le scienze, MI, le basi biologiche dell'aritmetica elementare, Stanislao Dehaene, pag. 49-54. Da questo punto di vista suona fuori campo la domanda che Albert Einstein si pone: "come è possibile che le matematiche prodotte dal pensiero umano, indipendente da qualsiasi esperienza, si adattino perfettamente agli oggetti della realtà fisica?" 5 Jean Pierre Changeux - Alain Connes, Pensiero e materia, Bollati Boringhieri, Torino 1991. 6 John L. Casti, Cinque platonici a Princeton, un apologo sui limiti della conoscenza, Ed. Raffaello Cortina, in particolare pag. 106 del capitolo: "pensieri notturni del sommo fisico", maggio 2005. |