• Nel suo Poema fisico, Empedocle nega la generazione e la morte dei singoli enti, e sostiene che esiste soltanto mescolanza e separazione di elementi che restano eterni.
    E un'altra cosa ti dirò, che non esiste generazione per nessuno
    di tutti i mortali, né un termine di morte che li distrugge;
    esiste solo mescolanza di elementi e separazione di elementi mischiati,
    ma questo gli uomini lo chiamano generazione.
    Quando furono mischiati gli elementi in forma d'uomo al lume etereo,
    o nella specie delle fiere campestri o dei virgulti
    oppure degli uccelli, questo gli uomini statuivano che è generarsi;
    e quando gli elementi si dissolvono, allora questo era per loro il destino crudele.
    Così danno i nomi come è stato sancito, e a questa norma io pure acconsento.1
    < Ma gli uomini... temono >2 la morte come vindice.
    Questi ingenui!, non dimostrano certo un ingegno acuto con i loro affanni,
    se si aspettano che si crei ciò che prima non esiste,
    o che qualcosa possa perire del tutto e distruggersi totalmente.
    Un uomo saggio non può concepire nella sua mente un pensiero simile,
    che fino a quando gli uomini vivono quella che chiamano appunto la loro esistenza,
    fino a quel momento credono di esistere, quando miserie e conforti stanno accanto a loro;
    ma invece di non esistere affatto, prima d'essere costruiri e dopo di venire dissolti.

    Empedocle, Poema fisico e lustrale, "Poema fisico n. 2" [trad. di C. Gallavotti], Mondadori, Milano 1975, p. 15.


    NOTE
    1 Empedocle intende dire che anche lui s'adegua all'uso di vocaboli come "nascere" e "perire": ma ciò non significa che egli confonda l'uso linguistico con la realtà delle cose. Nascita e morte sono insomma concetti empirici, che non corrispondono alla vera natura del mondo.
    2 Congettura del traduttore, Carlo Gallavotti.