Carissimo Giuseppe,
sono reduce dall'ennesimo "Omaggio a Fabrizio", questa volta trasmesso da Rai 1, e… devo sfogarmi con qualcuno! Premetto che, ovviamente, "mamma Rai", e non certo per scelta qualitativa, lo ha proposto dalle 23.30 in poi, anteponendo ad esso una serie di spezzoni su Adriano Celentano. Ma veniamo al punto... Perché ci viene sempre rifilata una congrega di artisti (?) che, nella maggior parte dei casi, non conoscono assolutamente le cose che devono cantare facendoci così assistere ad una specie di Karaoke (i testi scorrono su di uno schermo davanti a loro) che li costringe a non poter guardare neanche il pubblico e la telecamera, per non perdere la riga da leggere, e a dover sbirciare come dilettanti il maestro per non cantare nel momento sbagliato? Qualcuno mi dirà "anche De André leggeva le sue canzoni!"… Sì, ma lui le ha scritte! Chi vuole "omaggiarlo" è pregato di conoscerle! o di studiarle e interpretarle! non di farle "tanto per…"! Un professionista non può imparare "una" canzone a memoria?!? E non è più elegante, semmai, un semplice, leggio? E poi perché sempre i soliti personaggi (tu sai meglio di me quanti ottimi interpreti delle canzoni di Fabrizio, tu per primo*, ci sono in giro)? Che c'entrano Venuti, Neffa, Niki Nikolai? Vabbe' che a Gaber va anche peggio: per commemorare lui arriva anche Renato Zero! Che dire? Dobbiamo forse creare un comitato per la "difesa dei cantautori omaggiati"? Ottima l'orchestra, bella la platea di Cagliari, ma continuando… Cammariere è un bravo pianista, come Britti è un buon chitarrista (tranquilli: lui ce lo siamo risparmiato!), ma perché non si limitano a suonare? Hai mai letto un testo di Cammariere? Forse De André dovrebbe ascoltarselo un po' di più. E magari sentirsi la versione di Tenco della "Ballata dell'eroe", visto che ha proposto quel brano e che vorrebbe viaggiare su quelle corde rimanendo invece, a mio parere, ad un livello espressivo elegantemente "pianobaristico". Che dire, poi, di "Mister Simpatia" Morgan? Non riesco a giudicarlo obiettivamente, lo ammetto, tanto sono convinto del fatto che lui canti Fabrizio per omaggiare se stesso. Antonella Ruggiero ha cantato "Maria nella bottega del falegname". L'ha fatto bene, direi: è nelle sue corde, ma mi piacerebbe chiederle se non si vergogna un po' per come ha massacrato Creuza de ma-a! Ma come?, è genovese e ho sentito più strafalcioni sul nostro dialetto da lei che dall'ultimo immigrato arrivato in città! Tralasciando le sue battaglie con la metrica (se non si conosce il pezzo il suddetto karaoke non basta), il suo massimo è stato togliere la parola "gondon" dalla canzone! Brava: siamo tornati a vent'anni fa quando la Rai traduceva con "penicillina", ti ricordi? Togliere per pudore personale (?) una parola da una canzone è proprio un bel modo di omaggiarne l'autore: cara Antonella, la prossima volta non cantarla! Fai prima! Questo fatto, tra l'altro, mi ha ricordato un altro pessimo servizio reso, in quel caso a Lennon, da Morandi quando cantando Imagine davanti al Papa pensò bene di censurare il povero John, tagliando "…and no religion too": bel colpo, Gianni! Un'altra vittima dell'infinito Karaoke è stato Massimo Ranieri che, su un brano quasi fatto apposta per lui come Don Raffaè, è incespicato più di una volta su di un testo inadatto alla… lettura volante. Peccato! Anche da lui, attore oltre che cantante, mi sarei aspettato una performance migliore. Non mi consola, d'altro canto, il fatto che nessuno sia arrivato ad eguagliare la disastrosa esibizione di Celentano al Carlo Felice quando fece la guerra con… La guerra di Piero. Qualcuno da salvare? Sì, c'è. Come al solito si tratta delle "non-stars". Come il sempre grande Francesco Di Giacomo del Banco (suggestivo il duetto con balletto finale con Dolcenera sull'omonima canzone), come l'indimenticabile Andrea Parodi dei Tazenda (stupenda l'interpretazione di Hotel Supramonte, senza leggere una riga e con una vera, intima conoscenza della canzone) e come una eccezionale cantante sarda di cui non ho memorizzato il nome (vedi cosa succede?) che ha cantato nella sua lingua Tre Madri dalla Buona Novella. Da elogiare tutti i musicisti che hanno eseguito le stesure originali dei brani e le tre coriste anche nella loro esecuzione di Volta la carta. Troppo poco, rispetto al resto. Beh, forse mi sono sfogato abbastanza. Mi sento più leggero. Lo so che in Italia ci sono ben altri problemi. Ma se, intanto, in ogni campo, ognuno stesse al suo posto, a far quello che sa fare o, quantomeno, si impegnasse seriamente quando affronta cose che non conosce, probabilmente, non solo nella musica, le cose andrebbero meglio. Un saluto. Roberto * Ho pensato a lungo se lasciare questo breve inciso, e poi ho deciso di sì: innanzi tutto perché non mi andava di cambiare nemmeno una parola allo scritto così sincero di Roberto; e in secondo luogo perché (detto da un artista come lui) rappresenta per me un complimento graditissimo seppure immeritato [n.d.r.]. ["lettera-recensione" allegata a una mail (personalmente indirizzatami) e pubblicata col consenso dell'autore] |