Tante, tantissime le donne di De André, da una canzone all'altra, da un testo all'altro, dalle madri alle innamorate, fino alle prostitute, giovani e vecchie: tutte trattate con garbo, a volte con ironia, sempre con rispetto. Tutte, in un certo senso, trasportate in una dimensione "mitica", svincolata dalla meschinità del reale e dove la donna può esprimere la sua essenza più profonda. Il gusto per le atmosfere antiche di De André, medievaleggianti e rinascimentali, ben si sposa con il gusto di Lorenzo, da sempre estimatore delle ballate, genere fecondo della tradizione popolare. Belle e forti, queste donne. Bene ha fatto Lorenzo Taccini, come un antico cavaliere, a dedicare loro l'attenzione e la cura che meritano. [introduzione di Susanna Cappellini]