"Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale, laureato in matematica pura". Non è certo necessario spiegare chi è stato Fabrizio De André, un uomo e una voce che fanno parte della nostra storia e del nostro immaginario. Il tentativo di questo volume, che esce per celebrare con immenso affetto i vent'anni dalla sua prematura e tragica scomparsa, è quello di offrire una lettura della sua opera meno consueta di quella ormai abusata di "poeta degli ultimi" o di "cantore dei sofferenti". Una lettura forse meno "corretta" ma non meno appassionata, che cerca di metterne in evidenza anche i limiti umani, per raccontare però soprattutto la grandezza anarchica della sua visione davvero libera del mondo e soprattutto la sua pietà, quella rara attitudine umana che gli ha consentito di essere "accanto" a tutti gli esseri umani, anche quelli caduti e persi.