Più che resoconti storici e obiettivi, i Vangeli Apocrifi rappresentano una raccolta di leggende che umanizzano i personaggi principali sottolineandone pregi e difetti, fino alla demistificazione, accentuando l'elemento del dettaglio e del miracolo per soddisfare la curiosità popolare; diffondendosi fino a influenzare profondamente i costumi, le feste e le tradizioni. Nell'arte si ritrovano così scene della Passione, dell'infanzia di Maria e di Gesù sulle quali i Vangeli Canonici mantengono il silenzio. Dopo quasi duemila anni di storia del cristianesimo e dopo i tentativi della Chiesa di mettere a tacere i racconti apocrifi, questi sono comunque riusciti ad affascinare con la loro umanità e originalità anche artisti contemporanei. Tra questi Fabrizio De André, precursore della canzone d'autore italiana, che nel 1970 – proprio negli anni della rivoluzione culturale – dedica ai Vangeli Apocrifi un intero album, La Buona Novella. Interessato da sempre alle vicende dei deboli e degli emarginati, il grande cantautore genovese attinge alle leggende popolari per ritrovarvi temi a lui cari – come lo scetticismo, l'ipocrisia, la speranza, la giustizia del messaggio cristiano e l'ingiustizia spesso praticata dalla Chiesa, l'umanità prosaica di figure come Gesù e Maria – e trasportarli dal piano religioso a quello laico per dar vita a canzoni non facili. [quarta di copertina]