Nato dall'incontro con Francesco De Gregori, che firma con De André La cattiva strada, Oceano, Dolce luna e Canzone per l'estate, il Volume VIII segna una tappa nell'evoluzione linguistica della canzone italiana degli anni Settanta. I due cantautori lavorano nella direzione di una poesia cantata, il cui ritmo, scandito dalle parole, dai giochi delle frasi, dai percorsi inconsueti del linguaggio, si realizza in un tipo di struttura musicale nuova e aperta.
La mano di De Gregori si sente nel tono chiaro, da fiaba quotidiana, quella di De André nell'esasperazione dell'uso delle figure retoriche (dalla metafora all'analogia), attraverso associazioni mnemoniche e semantiche al limite del nonsense,* un non senso, però, sempre carico di significato e comprensibile a chi ascolta, sulla base non solo dei riferimenti che si trovano nella canzone, ma anche di fantasie e vissuti personali. Un procedimento che raggiunge il suo apice in canzoni come Amico fragile e Giugno '73, in cui la musica non ha un senso proprio, se non quello di suggerire un tono su cui la voce si esprime. Questo tono è il riflesso di quello che potremmo chiamare "suono interiore", una costante sonora (per De André caratterizzata dalle note basse), che si accorda con lo stato d'animo suggerito dalla canzone e ricostruisce, in chi ascolta, una disposizione emotiva simile. Lo stesso tipo di lavoro poetico e musicale si trova del resto in Nancy di Leonard Cohen, nel suo linguaggio attenuato e sfocato, che disegna le immagini quasi girando loro attorno, lasciando indizi e simboli - le calze verdi, il palazzo del mistero, i capelli - come nella scena di un sogno, di un ricordo, di una vecchia foto. [Doriano Fasoli, Fabrizio De André. Passaggi di tempo, pp. 201-202] |