Celentano sbagliò le parole della "Guerra di Piero". Battiato scoppiò a piangere. Vasco commosse con "Amico fragile". Tre anni fa le star della musica italiana si ritrovarono a Genova per cantare De André. Ora esce il Cd del concerto. E Dori Ghezzi annuncia che a Roma, nel 2004...
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Non passa mese che non giunge notizia di un'iniziativa, un evento, una serata dedicata al suo nome. Sia che si tratti di intitolargli una scuola, di svolgere un dibattito in qualche circolo o di pescare nel suo prezioso repertorio per una "cover". L'ultima, in ordine di tempo, è l'idea di una sorta di spettacolo circense sotto il tendone, "Circo Faber". Faber, appunto, come gli amici chiamavano Fabrizio De André. Partendo da Viareggio (dal 12 al 16 novembre) il circo porterà in giro per l'Italia le canzoni del cantautore genovese (con la direzione artistica di Pepi Morgia). Un'iniziativa che a Fabrizio sarebbe piaciuta, perché il circo era un mondo che amava e lo aveva sempre affascinato. E che certamente scatenerà i fan, che non sembrano rassegnarsi alla scomparsa di De André.
Se andate a Genova, al cimitero di Staglieno, davanti alla tomba di famiglia dove riposa, trovate, oltre a fiori sempre freschi, bigliettini, poesie, rime, addirittura accendini e sigarette: "Portano di tutto", sorride malinconica Dori Ghezzi, sua moglie; "tutto quello che pensano possa fargli piacere...". Insomma, nessuno ha dimenticato Fabrizio De André, il più grande poeta in musica che la canzone italiana abbia avuto. Ci manca la sua voce, ci mancano le sue storie, ci mancano il suo sarcasmo così tagliente e la sua dolcezza nel cantare i sentimenti. E questa nostalgia si fa ancora più forte ora che esce un doppio Cd, "Bianco" e "Nero", sotto il titolo "FABER, amico fragile...", che è poi il documento musicale della serata che si tenne al Teatro Carlo Felice di Genova la sera del 12 marzo 2000, quando i più grandi nomi della canzone italiana si radunarono per celebrare l'amico, il collega, il maestro. E assieme a loro si radunarono 2.000 persone in teatro e 30.000 davanti ai maxischermi di piazza De Ferrari, a testimoniare non solo la grande stima artistica di cui godeva Fabrizio nell'ambiente, ma anche l'amore profondo della sua città. Un documento, questo Cd, davvero eccezionale, perché forse solo il nome di Fabrizio poteva far superare rivalità personali e artistiche. Tutti riuniti nel suo nome e tutti a cantare una canzone liberamente scelta dal suo repertorio. "Questo disco esce solo ora", spiega Dori Ghezzi, "perché quella serata non era stata ideata per un disce live tratto dal concerto; certo, tutto era stato registrato, però solo come una testimonianza, un documento. Poi, molta gente che aveva partecipato alla serata mi chiedeva di poter avere un ricordo. Recentemente, anche alcuni artisti premevano, lo stesso Vasco m'ha detto 'Dori, lo devi fare!': io non mi sarei mai decisa... Abbiamo cominciato a mixare a giugno, poi c'è stata la pausa estiva e adesso finalmente è pronto. Voglio ringraziare non solo tutti gli artisti per la loro presenza e la Bmg-Ricordi, storica etichetta di Fabrizio, ma anche tutti i diversi discografici". Insomma, questo è davvero un tributo che il mondo della musica italiana, spesso frammentato, fa a De André. E nella registrazione si coglie tutto il pathos che pervase quella serata-evento al Carlo Felice. Intanto il pubblico in sala. Dori e i figli di Fabrizio, Cristiano e Luvi, avevano voluto che fossero riservati 200 posti gratuiti agli "ultimi", quei diseredati che De André non smise mai di cantare nei suoi brani: così, accanto alla signora
della Genova-bene, ecco il viado e, a fianco del professionista, uno dei barboni portati lì da don Gallo, fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto. E nonostante le tante star, a detta di tutti ci fu davvero poca "vetrina" e molta autenticità. "Il ricordo di chi era presente è unico", raccona Dori, "ma lo è anche per chi ne ha sentito solo parlare. Io non so se il disco renda proprio tutte le emozioni di chi visse quella serata, ma una buona parte sicuramente sì. Ho visto gente dell'ambiente musicale commuoversi e piangere mentre ascoltava le incisioni...". In quella magica sera ci furono, da parte di tutti gli artisti, grande disponibilità e abnegazione, un forte impegno. E si sente. Perché è difficile ottenere un risultato così bello senza prove. C'è una precisione tecnica che è rara in tanta emotività. E là dove si sentono "imperfezioni", si sente il sapore dell'autenticità. Persino Celentano, che venne fischiato in sala per aver sbagliato l'attatto de "La guerra di Piero", ha voluto che nel Cd, pur reincidendo il pezzo, quell'errore restasse (fischi inclusi), dando prova di onestà artistica e grande intelligenza. Così come resta l'emozione che sopraffà Franco Battiato, impedendogli di concludere "Amore che vieni amore che vai". Che cosa resta di Fabrizio a quasi 5 anni dalla morte? "Resta lui" risponde ferma Dori. "Non solo è sempre presente, ma addirittura viene riscoperto". Proprio nel 2004 saranno vent'anni da quel capolavoro assoluto che è l'album "Creuza de mä" (vinse anche il premio della Critica come "Miglior album del decennio") e a Roma si terrà un grande evento per celebrare quell'anniversario. Intanto, la facoltà di Lettere dell'Università di Siena sta organizzando l'archivio storico di tutta l'opera di De André. Racconta Dori: "A loro io ho dato tutti gli scritti inediti di Fabrizio e anche gli appunti suoi che io conservavo e che loro ora stanno studiando: dagli aforismi ai suoi progetti incompiuti. Abbiamo ancora bisogno di Fabrizio...".
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