• A forza di studiare l'uomo (...) siamo sempre meno in grado di conoscerlo.
    Sull'origine dell'ineguaglianza, Editori Riuniti, Roma 19753.

    Dov'è l'uomo felice, se esiste? Chi lo sa? La felicità non è il piacere; non consiste in uno stato d'animo passeggero, ma in un sentimento permanente e tutto interiore che nessuno può giudicare tranne colui che lo prova; nessuno può, dunque, decidere con certezza che un altro è felice, né, di conseguenza, stabilire i segni certi della felicità degli individui.
    Frammenti politici, in Discorso sull'economia, Laterza, Bari 1968.

    Il più forte non sarebbe mai abbastanza forte per essere sempre il padrone, se non trasformasse la sua forza in diritto e l'obbedienza in dovere.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    Il primo che, recintato un terreno, ebbe l'idea di dire: Questo è mio, e trovò persone così ingenute da credergli, fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, guerre, assassini, quante miserie ed orrori avrebbe risparmiato al genere umano colui che, strappando i paletti o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: Guardatevi dall'ascoltare quest'impostore; siete perduti, se dienticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno.
    Sull'origine dell'ineguaglianza, Editori Riuniti, Roma 19753.

    Invero, se non vi fosse una convenzione anteriore, su che sarebbe fondato - a meno che l'elezione non fosse unanime - l'obbligo per la minoranza di sottomettersi alla maggioranza? In base a quale diritto cento individui che vogliono un padrono possono votare per dieci che non lo vogliono? La legge della maggioranza dei suffragi è anch'essa una regola stabilita per convenzione e presuppone, almeno per una volta, l'unanimità
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    L'amore per il proprio benessere è il solo movente delle azioni umane.
    Sull'origine dell'ineguaglianza, Editori Riuniti, Roma 19753.

    L'errore della maggior parte dei moralisti è stato sempre quello di considerare l'uomo un essere essenzialmente ragionevole. L'uomo invece è soltanto un essere sensibile che consulta unicamente le sue passioni per agire, e cui laragione serve solo a sopperire alle sciocchezze che esse gli fanno fare.
    Frammenti politici, in Discorso sull'economia, Laterza, Bari 1968.

    L'interesse personale è sempre inversamente proporzionale al dovere.
    Discorso sull'economia, Laterza, Bari 1968.

    L'uomo è nato libero, e dovunque è in catene.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    La cosa più necessaria e forse la più difficile da realizzare nel governo è una severa e integra capacità di rendere giustizia a tutti e soprattutto di proteggere il povero contro la tirannia del ricco. Il male più grande è già fatto, quando vi sono poveri da difendere e ricchi da frenare.
    Discorso sull'economia, Laterza, Bari 1968.

    Là dove non esiste l'amore, a che servirebbe la bellezza?
    Sull'origine dell'ineguaglianza, Editori Riuniti, Roma 19753.

    La famiglia è (...) il primo modello delle società politiche: il capo è l'immagine del padre, il popolo è l'immagine dei figli;e tutti, essendo nati uguali e liberi, non alienano la libertà che per loro vantaggio. Tutta la differenza sta in ciò: nella famiglia, l'amore del padre per i figli lo ricompensa delle cure che prodiga loro, mentre nello Stato il piacere di comandare sostituisce l'amore che il capo non ha per i suoi popoli.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    La forza ha fatto i primi schiavi, la loro viltà li ha perpetuati.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    La guerra non è una relazione tra uomo e uomo, ma una relazione tra Stato e Stato, nella quale i singoli sono nemici soltanto accidentalmente, non come uomini e neanche come cittadini, ma come soldati, non come membti della patria, ma come suoi difensori. Uno Stato, infine, non può avere per nemici che altri Stati, e non già uomini, poiché tra cose di diversa natura non si può stabilire nessun vero rapporto.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    La maggior parte dei popoli, come degli uomini, non sono docili che nella giovinezza; invecchiando diventano incorreggibili. Una volta che i costumi siano fissati e i pregiudizi radicati, è impresa pericolosa e vana volerli riformare; il popolo non puà neanche sopportare che si tocchino i suoi mali per distruggerli, simile a quei malati stupidi e senza coraggio che rabbrividiscono alla vista del medico.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    La saggezza è così vicina alla felicità che i due termini si confondono.
    Discorso sull'economia, Laterza, Bari 1968.

    La sovranità non può essere rappresentata, per la stessa ragione per cui non può essere alienata; essa consiste essenzialmente nella volontà generale, e la volontà generale non si rappresenta: o è quella stessa, o è un'altra; non c'è via di mezzo. I deputati del popolo non sono dunque né possono essere suoi rappresentanti; non sono che i suoi commissari: non possono concludere nulla in modo definitivo. Ogni legge che non sia ratificata direttamente dal popolo è nulla: non è una legge.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    Mi piace illudermi che un giorno qualche uomo di Stato sarà cittadino, che non cambierà le cose soltanto per fare diversamente dal suo predecessore ma per fare in modo che vadano meglio; che non avrà la felicià pubblica continuamente sulle labbra ma un poco nel cuore. Che non renderà infelici i popoli per affermare la sua autorità, ma userà di questa per fare la felicità dei popoli.
    Frammenti politici, in Discorso sull'economia, Laterza, Bari 1968.

    Nessuno ha mai fatto un popolo di saggi; ma non è impossibile rendere felice un popolo.
    Discorso sull'economia, Laterza, Bari 1968.

    Noi vogliamo volentieri ciò che vogliono le persone che amiamo.
    Discorso sull'economia, Laterza, Bari 1968.

    Non bisogna confondere l'amor proprio con l'amore di se stessi; due passioni olto differenti per la loro natura e per i loro effetti. L'amore di se stesso è un sentimento naturale, che porta ogni animale ad aver cura della propria conservazione e che, diretto nell'uomo dalla ragione e modificato dalla pietà, produce l'umanità e la virtù. L'amor proprio non è che un sentimento contingente, artificioso e nato nella società; esso porta ogni individuo a tener conto più di se stesso che di ogni altro, ispira agli uomini tutti i mali che si fanno reciprocamente ed è la vera origine dell'onore.
    Sull'origine dell'ineguaglianza, Editori Riuniti, Roma 19753.

    Ogni individuo non apprezza altro piano di governo se non quello che si riferisce al suo interesse particolare.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    Ognuno ha naturalmente diritto a tutto quello che gli è necessario.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    Quando i popoli si abituano ai padroni, non sono più in grado di farne a meno.
    Sull'origine dell'ineguaglianza, Editori Riuniti, Roma 19753

    Quanto più il vincolo sociale si estende, tanto più si allenta; e, in generale, uno Stato piccolo è proporzionalmente più forte di uno grande.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    Se è difficile che un grande Stato sia ben governato, è molto più difficile che sia governato bene da un sol uomo.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    Se gli uomini hanno avuto bisogno della parola per imparare a pensare, ancor di più hanno avuto bisogno di saper pensare per trovare l'arte della parola.
    Sull'origine dell'ineguaglianza, Editori Riuniti, Roma 19753.

    Si può trasmettere il potere, ma non la volontà.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.

    Si vuole sempre il proprio bene, ma non sempre lo si vede.
    Il contratto sociale, Einaudi, Torino 1966.