A chi nega la propria vanità. Chi nega la vanità in sé la possiede in forma così brutale, da chiudere istintivamente gli occhi di fronte ad essa, per non doversi disprezzare.
Umano, troppo umano, II, Adelphi, Milano 1967. A seconda che le speranze salgono o calano, il malato ha il diritto di fare e disfare progetti. (A Peter Gast, 11 settembre 1879) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. A un elogiato. Finché ti si elogia, credi pure sempre che non sei ancora sulla tua strada, bensì su quella di un altro. Umano, troppo umano, II, Adelphi, Milano 1967. Abitudine. Ogni abitudine rende la nostra mano più ingegnosa e meno agile il nostro ingegno. La gaia scienza, Libro III, 243, Adelphi, Milano 1965. Al "grande successo" non si giunge che restando fedeli a sé stessi. (A Carl von Gersdorff, 15 aprile 1876) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Amicizie femminili. Le donne possono stringere benissimo amicizia con un uomo; ma per poterla conservare - a tal fine deve ben aiutare una piccola antipatia fisica. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Amico. Il prender parte alla gioia, non il prender parte al dolore, fa l'amico. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Amore e dualità. Che altro è l'amore se non comprendere e gioire che un altro viva, agisca e senta in maniera diversa e opposta alla nostra? Per poter superare i contrasti con la gioia, l'amore non li deve sopprimere né negare. Perfino l'amore di sé contiene come presupposto la non mescolabile dualità (o pluralità) in una stessa persona. Umano, troppo umano, II, Adelphi, Milano 1967. Amore e odio. L'amore e l'odio non sono ciechi, bensì abbagliati dal fuoco che essi stessi apportano. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Anche i propri pensieri non è possibile restituirli completamente in parole. La gaia scienza, Libro III, 243, Adelphi, Milano 1965. Astinenza più rara. È spesso un non trascurabile segno di umanità non voler giudicare un altro e rifiutarsi di pensare qualcosa sul suo conto. Aurora, Adelphi, Milano 1964, aforisma 528. Bel gusto far qualcosa per accontentare tutti e non se stessi! frammento postumo, autunno 1878. Bisogna essere molto superficiali per non tornare a casa pieni di rimorsi dopo essere stati con gente volgare. frammento postumo, inverno 1876-1877. Cattiva memoria. Il vantaggio della cattiva memoria è che si godono parecchie volte per la prima volta le stesse cose buone. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Cerchiamo noi forse la pace e la felicità o non piuttosto la verità, anche se brutta e spaventevole? (...) Qui si separano le vie battute dagli uomini: vuoi raggiungere la pace del cuore e la serenità? Credi! Vuoi essere un disceplolo della verità? Cerca! (Alla sorella Elizabeh, 11 giugno 1865) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Cerco motivi contro la noia e non ne trovo molti. frammento postumo, autunno 1881. Che cosa conta un libro? (A Erwin Rodhe, 21 ottobre 1881) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Che qualcuno ci stimi poco è per noi una sensazione penosa. Aurora, Adelphi, Milano, 1964, frammento postumo, autunno 1880. Chi si è abituato a considerarsi un eremita; chi guarda freddamente tutte le relazioni sociali e cameratesche, e scorge i vincoli sottilissimi, filiformi, che legano tra loro gli uomini, e che un soffio di verità basta a strappare; chi poi ha la convinzione che a renderlo così solitario non è già la "fiamma del genio", ma semplicemente un capriccio della natura, un curioso miscuglio di desideri, talenti e aspirazioni, questi sa che "prodigio inconcepibile e sublime" sia un amico. (A Erwin Rohde, primi di gennaio del 1969) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Ci si conserva più belli e più giovani quando non si odia e non si sospetta. (Alla sorella, febbraio 1886) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Ci son cose che non si possono mutare in meglio, anzi si possono peggiorare. (A Carl von Gersdorff, 24 febbraio 1873) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Ciò che non si ama si suol trattarlo comunemente anche ingiustamente. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Ciò che non si conosce non si può amare, altrimenti si ama qualcos'altro, cioè un fantasma e questa è la cosa abituale. L’amore è certamente tutto meno che un mezzo di conoscenza. Aurora, Adelphi, Milano, 1964, frammento postumo, primavera 1880. Ciò che si può promettere. Si possono promettere azioni, ma non sentimenti, perché questi sono involontari. Chi promette a qualcuno di amarlo sempre o di odiarlo sempre o di essergli sempre fedele, promette qualcosa che non è in suo potere. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Coi nostri errori e le nostre sviste procuriamo molto piacere e altre cose ancora. Aurora, Adelphi, Milano, 1964, frammento postumo, autunno 1880. Coloro che sanno rallegrarsi con noi sono migliori e ci sono più vicini che non coloro che soffrono con noi. La comunione nella gioia fa l'amico (che è colui che si rallegra con noi), la compassione fa il compagno di sventura. – Un'etica della compassione ha bisogno di essere integrata da una superiore etica dell’amicizia. frammento postumo, 1876. Come maestro ho sempre fatto molto per i miei alunni, tanto che il pensiero di venir compensato in un modo qualsiasi per tale ufficio mi pareva addirittura un'offesa. (A Lou Salomé, fine ottobre 1882) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Con Demostene io dico: "Per me è cattivo colui che nei suoi giudizi sugli altri è troppo severo." frammento postumo, estate 1882. Confessione. Si dimentica la propria colpa, quando la si è confessata a un altro, ma di solito non la dimentica l'altro. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 197721. Conoscere la propria particolarità. Non dimentichiamoci che agli occhi di estranei, i quali ci vedono per la prima volta, noi siamo qualcosa di diverso da quel che noi stessi pensiamo di essere. Aurora, Adelphi, Milano, 1964, aforisma 381. Contro i confidenziali. Le persone che ci donano la loro piena confidenza credono di avere per questo diritto alla nostra. Ciò è un errore; coi regali non si acquistano diritti. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milan, 19772. Contro i liberatori dello spirito, gli uomini sono implacabili nell'odio, ingiusti nell'amore. (A Malwida von Meysenburg, 11 giugno 1878) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Cordoglio per i morti – essi non sono infelici! Dunque è egoistico. Aurora, Adelphi, Milano, 1964, frammento postumo, primavera 1880. Correggere la natura. Quando non si ha un buon padre, bisogna procurarsene uno. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Credo sempre che sia mio compito educare la gioventù. (A Erwin Rohde, 15 dicembre 1870) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962, p. 51. Criterio di ogni giorno. Si sbaglierà di rado se si ricondurranno le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all'abitudine e quelle meschine alla paura. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Crudele pensiero dell'amore. Ogni grande amore porta con sé il crudele pensiero di uccidere l'oggetto dell'amore, perché sia sottratto una volta per tutte al sacrilego giuoco del mutamento: giacché di fronte al mutamento l'amore inorridisce più che di fronte alla distruzione. Umano, troppo umano, II, Adelphi, Milano 1967. Da che cosa si può misurare la saggezza. L'aumento di saggezza si può misurare con esattezza in base alla diminuzione di bile. Il viandante e la sua ombra, aforisma 348. Da non dimenticare! Quanto più ci innalziamo, tanto più piccolo sembriamo a quelli che non possono volare. Aurora, Adelphi, Milano 1964, aforisma 574. Davvero Cristo ha redento il mondo? Allora non dev'essergli riuscito. frammento postumo, primavera-estate 1878. Disprezzo. L'uomo è più sensibile al disprezzo degli altri che a quello di sé stesso. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. "Diventa ciò che sei": questo appello può essere rivolto solo a pochi uomini, ma solo per pochissimi di questi pochi è superfluo. frammento postumo, 1876. Diventiamo vecchi, la nostalgia ci coglie. (A Erwin Rodhe, 23 febbraio 1886) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Dopo la morte. Di solito solo molto tempo dopo la morte di un uomo noi troviamo incomprensibile che egli manchi: nel caso di uomini molto grandi, spesso solo dopo decenni. Chi è sincero, in occasione di una morte, pensa di solito che veramente non viene a mancare molto e che il solenne oratore funebre sia un ipocrita. Solo il bisogno insegna la necessità di un individuo e il giusto epitaffio è un tardo sospiro. Umano, troppo umano, II, Adelphi, Milano 1967. Due amici. Erano amici, ma hanno cessato di esserlo e da ambo le parti hanno sciolto insieme il nodo della loro amicizia, il primo perché si credeva troppo disconosciuto, il secondo perché si credeva troppo riconosciuto – e in questo tutti e due si sono ingannati, poiché nessuno di loro conosceva abbastanza bene se stesso. Aurora, Adelphi, Milano 1964, aforisma 287. Felicità e cultura. La vista dei luoghi della nostra infanzia ci commuove. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772, p. 195. Fino a oggi nessun filosofo ha avuto ragione. Al di là del bene e del male / Genealogia della morale, Adelphi, Milano 19763. Gli uomini non si vergognano quando pensano qualcosa di sporco, bensì quando immaginano che si attribuiscano loro questi pensieri sporchi. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Gli uomini sono per la maggior parte troppo indaffarati con se stessi per essere cattivi. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Gli uomini vengono abituati a stimare l'opinione altrui più della propria. frammento postumo, 1876. Ho ormai un tal bisogno di lealtà da non tollerare che i rapporti umani più schietti. Le mezze amicizie, o peggio ancora le partigianerie, le sfuggo, né voglio seguaci. Possa ciascuno (o ciascuna) essere unicamente il seguace di sé stesso! (A Mathilde Maier, 15 giugno 1878) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. I giudizi morali vengono enunciati con la massima sicumera dalle persone che mai hanno riflettuto, invece con la massima incertezza da coloro che conoscono gli uomini. Non c'è nulla da lodare o da biasimare. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, inverno 1879-80. Ieri me ne stavo sdraiato sul letto, e pensavo alla vita, e venni alla conclusione che molte cose sono incomplete, e spesso c'è da stringere i denti: perciò bisognerebbe cogliere ogni occasione per dirsi qualche parola buona e farsi un po' di bene l'un l'altro, perché qualcosa di bello venisse pur fuori da questa nostra esistenza! (Alla madre e alla sorella, 25 dicembre 1880) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962, p. 156. Il diavolo si porti tutti gli imitatori, i seguaci, i laudatori, gli ammiratori, i fedeli! Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, autunno 1880. Il disprezzo, come la paura, rende brutti. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, primavera 1880. Il lento dardo della bellezza. La più nobile specie di bellezza è quella che non trascina a un tratto, che non scatena assalti tempestosi e inebrianti (una tale bellezza suscita facilmente nausea), ma che si insinua lentamente, che quasi inavvertitamente si porta via con sé e che un giorno ci si ritrova davanti in sogno, ma che alla fine, dopo aver a lungo con modestia giaciuto nel nostro cuore, si impossessa completamente di noi e ci riempie gli occhi di lacrime e il cuore di nostalgia. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Il Leopardi* è lì nel suo austero splendore, messo da parte per i giorni buoni dell'estate, in montagna. Sa bene che io non sono un "pessimista" come lui , e dove tropo il "cupo" lo constato, non mi lamento. Certo, così facendo, non nascono quelle stupende liriche... (A Marie Baumgartner, 29 dicembre 2878) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. * Nella traduzione di P. Heyse, dono natalizio della stessa signora Baumgartner a Nietzsche. Il mondo, per quanto possiamo conoscerlo, non è altro che la nostra attività nervosa. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, inizio 1881. Il miglior mezzo di venire in aiuto a persone molto imbarazzate e di tranquillizzarle è di lodarle decisamente. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Il nostro pensiero è fatto dello stesso materiale di tutte le cose. frammento postumo, autunno 1881. Il primo pensiero della giornata. Il mezzo migliore per cominciare bene ogni giornata è: svegliandosi pensare se non si possa in questa giornata procurare una gioia almeno a una persona... Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 197724. Il viaggio nell'Ade. Anch'io sono stato agli inferi, come Odisseo, e ci tornerò ancora più volte; e non solo montoni ho sacrificato per poter parlare con alcuni morti, bensì non ho risparmiato il mio stesso sangue. Quattro furono le coppie che a me, il sacrificante, non si negarono: Epicuro e Montaigne, Goethe e Spinoza, Platone e Rousseau, Pascal e Schopenhauer. Con queste devo discutere, quando ho peregrinato a lungo solo, da essi voglio farmi dare ragione e torto. Qualunque cosa io dica, decida, escogiti per me e per gli altri, su questi otto fisso gli occhi e vedo i loro fissi su di me. Vogliano i vivi perdonarmi se essi talvolta mi sembrano delle ombre, così sbiaditi e aduggiati, così inquieti e, ahimè! così avidi di vita: mentre quelli allora mi sembrano così vivi, come se ora, dopo la morte, non potessero mai più stancarsi della vita. Ma è l'eterna vitalità che conta: che importa della "vita eterna" e della vita in genere! Umano, troppo umano, II, Adelphi, Milano 1967. Infedeltà, condizione per diventare maestro. Non c'è niente da fare: ogni maestro ha solo un allievo – e questo gli diventa infedele – perché è destinato anche lui a essere maestro. Umano, troppo umano, II, Adelphi, Milano 1967. Infinito! Bello è "naufragare in questo mare. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, autunno 1880. Invecchiando l'uomo si rende superfluo. frammento postumo, 1876. Invecchiare e rimaner soli mi pare che siano la stessa cosa, e alla fine ci si trova soli con noi stessi, e la nostra morte lascia più soli gli altri. (Alla madre, 21 settembre 1873) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Invece di desiderare che gli altri ci conoscano come siamo, desideriamo che pensino tutto il bene possibile di noi. Dunque, bramiamo che gli altri si ingannino su di noi: ciò significa che non siamo fieri della nostra unicità. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, primavera 188. Io guardo indietro agli anni della fanciullezza e dell'adolescenza con sofferenza e sento, ogni giorno di più, di essermi liberato. Passaggio dall’impacciatezza alla naturalezza. frammento postumo, 1876. L'ago della bilancia. Si loda o si biasima, a seconda che l'una o l'altra cosa offra più occasione di far brillare il nostro giudizio. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. L'amore del prossimo è la nostra rappresentazione del prossimo. Noi possiamo amare soltanto noi stessi, perché ci conosciamo. La morale dell'altruismo è impossibile. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, primavera 1880. L'amore mette in evidenza le qualità elevate e nascoste di un amante – quel che v'è in lui di raro, d'eccezionale: in questo senso esso inganna facilmente su quel che in lui costituisce la regola. Al di là del bene e del male / Genealogia della morale, Adelphi, Milano, 19763. L'amore verso un solo essere è una barbarie: esso infatti si esercita a detrimento di tutti gli altri. Anche l'amore verso Dio. Al di là del bene e del male / Genealogia della morale, Adelphi, Milano 19763. L'arte rende tollerabile la vista della vita ponendo su di essa il velo del pensiero non puro. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. L'esercizio fa il maestro. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, fine del 1880. L'eterno fanciullo. Noi crediamo che la fiaba e il giuoco appartengano alla fanciullezza: miopi che siamo! Come se in una qualsiasi età della vita potessimo vivere senza fiaba e senza giuoco! Certo, li chiamiamo e li consideriamo diversamente, ma proprio ciò dice che sono la stessa cosa – perché anche il fanciullo considera il giuoco come il suo lavoro e la fiaba come la sua verità. La brevità della vita dovrebbe metterci in guardia contro la divisione pedantesca delle età – come se ognuna portasse qualcosa di nuovo – e dovrebbe venire un poeta a rappresentare l'uomo di duecento anni, quello che veramente vive senza favole e senza giuoco..." Umano, troppo umano, II, Adelphi, Milano 1967. L'ignoranza di se stessi è molto grande. Aurora, Adelphi, Milano, 1964, frammento postumo, estate 1880. L'ipocrita più distinto. Il non parlare affatto di sé è una ipocrisia molto distinta. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. La cattiveria è rara. Gli uomini sono per la maggior parte troppo indaffarati con se stessi per essere cattivi. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. La "compassione", amico carissimo, è una sorta d'inferno. (Franz Overbeck, 25 dicembre 1882) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. La cosa che avviene più frequentemente è ingannare se stessi. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, estate 1880 La donna impara a odiare nella misura in cui disimpara ad affascinare. Al di là del bene e del male / Genealogia della morale, Adelphi, Milano, 19763. La ferita del nostro ideale è la più dolorosa. (A Malwida von Meysenburg, fine dicembre del 1882) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. La forte fede dimostra solo la sua forza, non la verità della cosa creduta. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. La mancanza di carattere può essere un segno che la bontà prevale. frammento postumo, 1876. La pretesa del possesso esclusivo pone l'amore molto al di sotto dell'amicizia, che invece permette di avere più amici e a questi, a loro volta, di diventare amici tra loro frammento postumo, 1876. La rinuncia alla vendetta e all'amore rende l'uomo malato, debole e cattivo. frammento postumo, estate 1877. La speranza: essa è in verità il peggiore dei mali, perché prolunga le sofferenze degli uomini. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. La vita è un esperimento; ma si ha un bel dire e un bel fare: lo si paga sempre a troppo caro prezzo. (Alla sorella, febbraio 1886) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. La vita non merita tutto questo affanno. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Lasciare accadere un male che si può impedire, vuol dire praticamente commetterlo. frammento postumo, primavera 1880. Le adulazioni hanno la meglio sulla critica. frammento postumo, autunno 1880. Le guerre. Le grandi guerre del presente sono le conseguenze prodotte dallo studio della storia. Aurora, Adelphi, Milano, 1964, aforisma 180. Le mie previsioni sono incerte, quindi gradevoli; ché solo la certezza è terribile. (A Paul Deussen, 4 aprile 1867) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Le stesse passioni nell'uomo e nella donna hanno un "tempo diverso": perciò uomo e donna non cessano di fraintendersi. Al di là del bene e del male / Genealogia della morale, Adelphi, Milano 19763. Lo sbadiglio imitato ne provoca uno vero. frammento postumo, primavera-estate 1877. Lode di Epicuro. Dall’epoca di Epicureo la saggezza non ha fatto un passo avanti – e spesso ne ha fatti mille indietro. frammento postumo, primavera-estate 1877. Maestri e scolari. Conviene all'umanità di un maestro, mettere i propri discepoli in guardia contro se stesso. Aurora, Adelphi, Milano, 1964, aforisma 447. Nauseante! Qualcuno ci si fa incontro lodandoci, in tal modo vuole prevenirci in suo favore, vuole cioè prender possesso di noi, perché crede che noi lasciamo mano libera a colui che loda. Ma colui che loda si pone al di sopra di noi, vuole possederci – è il nostro nemico. Aurora, Adelphi, Milano, 1964, frammento postumo, primavera 1880. Nemici della verità. Le convinzioni sono nemici della verità più pericolosi delle menzogne. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Nessuna religione ha mai finora contenuto, né direttamente né indirettamente, né come dogma né come allegoria, una verità. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Nessuno merita la sua felicità, nessuno la sua infelicità. frammento postumo, estate-autunno 1877. Noi facciamo quello che possiamo. frammento postumo, autunno 1878. Noi non comprendiamo la natura se non quando, sfuggiti ai nostri affanni e alle nostre angustie, ci rifugiamo in lei. (A Carl von Gersdorff, 7 aprile 1866) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962, p. 10. Non cercando nulla per me, cerco di poter fare qualcosa per gli altri. (A Friedrich Ritschl, 30 gennaio 1872) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962, p. 67. Non ci sono scopi dell'esistenza, dunque non è possibile una moralità tendente a raggiungere lo scopo dell'esistenza. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, autunno 1880. Non dimentichiamoci che agli occhi di estranei, i quali ci vedono per la prima volta, noi siamo qualcosa di diverso da quel che noi stessi pensiamo di essere. Friedrich Nietzsche, Aurora, aforisma 381, Adelphi, Milano, 1964. Non è forse la vita cento volte troppo breve per annoiarvisi? Al di là del bene e del male / Genealogia della morale, Adelphi, Milano 19763. Non è la lotta delle opinioni che ha fatto la storia così violenta, bensì la lotta della fede nelle opinioni, cioè delle convinzioni. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Non esiste nessuna morale assoluta. Aurora, Adelphi, Milano 1964, aforisma 139. Non ho conosciuto persone che ispirassero tanto rispetto come i filosofi greci. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, fine del 1880. Non ho finora conosciuto un uomo notevole che sia stato corrotto dalla lode. – Ma questo è un metro sicuro: se uno diventa vanitoso per gli elogi che gli fanno è una nullità. frammento postumo, primavera-estate 1877. Non pensare agli altri, e fare tutto con estremo rigore per se stessi, anche questa è un'alta moralità. L'uomo ha tanto da fare per sé, che diventa sempre negligente quando fa qualcosa per gli altri. Proprio perché si fanno tante cose per gli altri, il mondo appare così imperfetto. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, primavera 1880. Non si è ciò che si è sempre, si è ciò che si è molto spesso. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, autunno 1880. Non si è "filosofo" impunemente. (A Ferdinand Avenarius, 10 settembre 1887) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Non so se esperienze di vita sotto forma di sentenze siano utili agli altri, certo è che per chi e scrive sono qualcosa di benefico: esse sono un mezzo per alleviare la vita. frammento postumo, primavera-estate 1877. Non sono molte le cose che possiamo scegliere. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, primavera 1880. Non vi sono più educatori; sotto questo nome si pagano persone che a loro volta non sono educate. - Ci sono insegnanti, ma non educatori, stallieri ma non cavalieri. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Nulla a questo mondo è più sciocco che lamentarsi. (A Erwin Rodhe, 23 febbraio 1886) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962, p. 242. Oggi, l'errore principale dell'istruzione è che essa venga impartita a ore e alla rinfusa. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Oggi non c'è nessuno al mondo di cui m'importi molto; gli uomini che amo sono morti da un pezzo: l'abate Galiani, Stendhal, Montaigne. (Alla madre e alla sorella) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Ogni giorno mi stupisco: non conosco me stesso! Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, fine del 1880. Ogni parola è un pregiudizio. Il viandante e la sua ombra, aforisma 55. Ognuno crede di poter dire la sua a proposito del tempo, delle malattie e del bene e del male. È questo il segno distintivo della volgarità intellettuale. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, inverno 1880-81. Oh, come tutto passa velocemente! Come tutto si disperde! (A Karl Fuchs, 14 aprile 1888) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962, p. 302. Ogni parola scritta è ambigua, facile a esser fraintesa, bisognosa di esser commentata con uno sguardo o una stretta di mano. (Alla sorella, 5 luglio 1885) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962, p. 230. Padri e figli. I padri hanno molto da fare per riparare al fatto di avere dei figli. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Per l'educazione. Poco per volta comincio a vedere chiaro sul più universale difetto del nostro genere di formazione e di educazione: nessuno impara, nessuno tende, nessuno insegna – a sopportare la solitudine. Aurora, Adelphi, Milano 1964, aforisma 443. Per la storia naturale del diritto e del dovere. I nostri doveri – sono i diritti di altri su di noi. Aurora, Adelphi, Milano 1964, aforisma 112. Per ogni tradimento di un amico assumere un'anima migliore. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, autunno 1880. Per quel che riguarda le sofferenze, Leopardi non stava peggio di me. E tuttavia si lamentava. (A Peter Gast, 22 gennaio 1879) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Per scoprire la costanza degli amici e di coloro che "hanno a cuore il nostro bene", basta trattarli una volta rudemente. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, inizio 1881. Perché non si mettono in poesia intere storie di popoli, di rivoluzioni, di partiti politici? Perché il poeta del romanzo non rivaleggia con lo storico? Io vedo qui un possibile futuro dell'arte poetica. frammento postumo, estate 1877. Pericolo nella voce. Talvolta in conversazione il suono della nostra voce ci mette in imbarazzo e ci induce ad affermazioni che non corrispondono affatto alla nostra opinione. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Pieno di riguardi. Il non voler offendere nessuno, non voler ledere nessuno può essere segno sia di un modo di pensare giusto, sia di un modo di pensare pavido. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Pindaro disse una volta: "diventa ciò che tu sei!". (A Lou Salomé, 10 giugno 1882) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Presenza di spirito: vuol dire la capacità di farsi dettare le parole e le azioni dalle circostante – dunque è una capacità di mentire e di essere ipocriti. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, primavera 1880. Profittiamo della nostra gioventù per imparare ancora tante cose che meritano d'essere imparate! (A Carl von Gersdorff, 21 luglio 1875) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Qualcosa ti ha procurato gioia? Prendine congedo, non tornerà mai una seconda volta. frammento postumo, autunno 1878. Quando non si capisce, si prende un'aria solenne. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, estate 1880. Quando una casa brucia, non si sta a cercare chi sia l'incendiario; si spegne l'incendio. (Alla madre e alla sorella, seconda metà di giugno del 1866) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Quando uno va a Genova, è ogni volta come se fosse riuscito a evadere da sé: la volontà si dilata, non si ha più il coraggio di esser vili. (A Peter Gast, 7 aprile 1888) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Quanta illusione è necessaria all'uomo per vivere bene! Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, estate 1880. Quante cose ignoro! (A Franz Overbeck, principio di aprile del 1883) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Quel che noi facciamo non è mai compreso, ma sempre soltanto lodato e biasimato. La gaia scienza, Libro III, 243, Adelphi, Milano 1965. Quel che si fa per amore, è sempre al di là del bene e del male. Al di là del bene e del male / Genealogia della morale, Adelphi, Milano, 19763, p. 79. Raramente noi siamo coscienti del vero valore di un periodo della nostra vita, finché lo viviamo. (Alla sorella, 22 gennaio 1882) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Scopo dello Stato non deve essere mai lo Stato stesso, bensì sempre gli individui. frammento postumo, 1876. Scoprire se stessi. Valutare se stessi. Cambiare se stessi. frammento postumo, luglio-agosto 1879. Se ci abbandoniamo completamente alla musica, nella nostra testa non vi sono parole – un grande sollievo. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, primavera 1880. Se il Cristianesimo significa "fede in un fatto e in una persona storica" non m'interessa; ma se esso significa il bisogno di redenzione, riconosco tutta la sua importanza, e non posso neppur fargli colpa di voler porre un frendo ai filosofi: sono infatti troppo pochi in confronto all'enorme massa di coloro che han bisogno di essere redenti. (A Carl von Gersdorff, 7 aprile 1866) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Se la gioia degli altri ci fa male, per esempio quando siamo presi da profondo cordoglio, impediamo questa gioia; allora, per esempio, proibiamo ai bimbi di ridere. Se invece siamo lieti, la sofferenza degli altri ci dà noia. Ma che cos'è la simpatia? Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, primavera 1880. Se non va, non va. (Alla madre e alla sorella, 28 ottobre 1878) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Se tutti i filosofi fossere discepoli di Schopenhauer! (A Carl von Gersdorff, 7 aprile 1866) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Sempre più mi convinco che senza follia la vita è insopportabile. (A Peter Gast, 22 maggio 1884) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Senza musica, lavita per me sarebbe demenza. (A Georg Brandes, 27 marzo 1888) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Senza piacere, non vi è vita; la lotta per il piacere è la lotta per la vita. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Serietà nel giuoco. A Genova, nel tempo del crepuscolo, sentii giungere da una torre un prolungato suono di campane: non voleva finire e risonava come insaziato di se stesso, sopra il rumore dei vicoli nel cielo serotino e nell'aria marina, così agghiacciante, così fanciullesco insieme, così melanconico. Allora mi ricordai delle parole di Platone e le sentii tutt'a un tratto nel cuore: tutto ciò che è umano non è, in complesso, degno di essere preso molto sul serio; tuttavia… Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Senza rabbia non si fa nulla. frammento postumo, estate 1877. Si cessa di amare sé stessi, quando si cessa di esercitarsi ad amare gli altri: perciò quest'ultima cosa è sconsigliabilissima. (Esperienza mia) (A Peter Gast, 18 luglio 1880) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Si commettono errori contro un modo di vivere che ci eravamo proposti di seguire, perché il nostro stato d'animo al momento del proposito è del tutto diverso che al momento dell'attuazione. frammento postumo, primavera-estate 1878. Si deve valutare la vita in base alla lunghezza delle giornate insulse? Oppure in base al numero delle gioie intense? Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, fine del 1880. Si odono solo le domande alle quali si è in condizione di trovare una risposta... La gaia scienza, Libro III, 243, Adelphi, Milano 1965. Si raggiunge il grado supremo di individualità quando ciascuno, come eremita, fonda il suo regno nella massima anarchia. Aurora, Adelphi, Milano, 1964 frammento postumo, autunno 1880. Si ritiene la cosa non spiegata e oscura più importante di quella spiegata e chiara. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Soltanto le persone morali provano rimorsi di coscienza: l'infelicità della persona immorale è un'invenzione. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, primavera 1880. Sono abbastanza forte da spezzare in due la storia dell'umanità. (A August Strindberg, 7 dicembre 1888) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Sono d'accordo con me stesso. (A Malwida von Meysenburg, 11 giugno 1878) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Soprattutto non voler imporre le proprie opinioni senza esservi autorizzati! Diciamole e accompagniamole con una squillante risata, non vi è ancora stato un genio delle cui opinioni non si sia potuto fare a meno. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, estate 1880. Sopravvivenza dei genitori. Le dissonanze non risolte nel rapporto tra carattere e sentimenti dei genitori continuano a echeggiare nella natura del figlio e compongono la storia delle sofferenze interiori. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Spesso ho dovuto ridere di me stesso. (A Lou Salomé, 2 luglio 1882) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Stimo l'opera sua [di Dostojevski] come il più prezioso materiale psicologico, e gliene sono grato in un modo che non so spiegare a me stesso, pur sentendolo in contrasto con i miei istinti fondamentali. Press'a poco lo stesso rapporto mi lega a Pascal, che quasi amo perché mi ha immensamente istruito: il solo cristiano logico che vi sia mai stato. (A Georg Brandes, 20 novembre 1888) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Tacere è una nobile virtù. La parola è pericolosa, e raramente è giusta. Quante cose non si debbono dire! (A Carl von Gersdorff, 18 settembre 1871) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Tutta la vita umana è profondamente immersa nella non verità. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Tutto ciò che vi è di buono nella musica deve potersi ripetere fischiando; ma i tedeschi non han mai saputo cantare e si rascinano dietro i loro pianoforti: da ciò il loro culto per l'armonia. (A Peter Gast, 17 novembre 1880) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Tutto è divenuto; non ci sono fatti eterni: così come non ci sono verità assolute. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Un concetto relativo, lo spirito libero. Si chiama spirito libero colui che pensa diversamente da come, in base alla sua origine, al suo ambiente, al suo stato e ufficio o in base alle opinioni dominanti del tempo, ci si aspetterebbe che egli pensasse. Egli è l’eccezione, gli spiriti vincolati sono la regola. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Un elemento dell'amore. In ogni specie di amore femminile viene in luce anche qualcosa dell'amore materno. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Un figlio non ha alcun motivo di essere grato al padre per essere venuto al mondo; forse può perfino rimproverargli di avergli trasmesso certe qualità, per esempio la collericità e o la lussuria. I padri hanno molto da fare per riparare al fatto di avere dei figli. frammento postumo, 1876. Una specie di gelosia. Una madre ama di solito in suo figlio più sé che il figlio stesso. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Uomini che molto hanno vissuto non tornano volentieri nei posti e dalle persone che un tempo hanno molto amato. La fine della felicità e l'inizio della separazione debbono essere annodati insieme: allora si porta via con sé il tesoro. frammento postumo, primavera-estate 1877. Valore della malattia per la conoscenza. – L'uomo malato è spesso più sano nell'anima che non l'uomo sano. frammento postumo, 1876. Vanità. La vanità è il timore di apparire originali, quindi un difetto di orgoglio, ma non necessariamente un difetto di originalità. Aurora, Adelphi, Milano 1964, aforisma 365. Verso gli altri siamo più sinceri che verso noi stessi. frammento postumo, estate 1882. Vi sono ore nelle quali soppesiamo le nostre amicizie. Aurora, Adelphi, Milano 1964, frammento postumo, fine del 1880. Viene per ciascuno l'ora in cui egli dà la stura alla piena del suo cuore, e il "bene" che gliene deriva è sì grande che appena si scorge che, in questo modo, egli fa "male" a tutti gli altri. (A Jacob Burckhardt, giugno 1883) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Viva l'arte e viva l'amicizia. (A Erwin Rohde, 16 gennaio 1969) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Voglio essere uno "spirito libero" più di quanto possa esserlo. (A Madame Luise Ott, 30 agosto 1876) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962. Voler essere amati. La pretesa di essere amati è la più grande delle presunzioni. Umano, troppo umano, I, Adelphi, Milano 19772. Volersi sbagliare. Gli uomini invidiosi dal fiuto più sottile cercano di non conoscere con maggior precisione il loro rivale per potersi sentire superiori a lui. Aurora, Adelphi, Milano 1964, aforisma 264. Vorrei "liberare" la vita umana da una parte del suo carattere straziante e crudele. (A Heinrich von Stein, primi di dicembredel 1882) Epistolario (1865-1900), Einaudi, Torino, 1962, p. 180. Vuoi rimanere giovane? Affrettati a diventare vecchio. frammento postumo, estate 1882. |