• ADMETO (A FERETE, SUO PADRE) “A parole i vecchi si augurano di morire, biasimando l’età e i troppi anni di vita: quando però la morte si avvicina, non ne voglion sapere e la vecchiaia non appar più così penosa” [p. 63].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    ERACLE (AD ADMETO) “Admeto, con un amico bisogna parlare liberamente e non tacere covando rimproveri nel cuore” [p. 89].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    “Affermo che tra i mortali, quanti non ebbero esperienza di figli, son più fortunati di quelli che ne generarono. Chi non ha figli infatti, proprio per questo ignorando se siano dolce cosa o amara ai mortali, da molti affanni si tiene lontano. Ma quanti ne hanno in casa il dolce germoglio sempre tormentati io vedo, al pensiero di come allevarli, di lasciar loro mezzi di vita; e incerto ancora rimane se il cruccio di tanti affanni per figli valenti si spenda o si sperda in favore di inetti.” [pp. 205-206].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    “All’uomo non è data felicità. Pur nella più grande prosperità, uno di un altro sarà più fortunato, non più felice” [p. 217].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    DIONISO (A PENTEO) “Chi parla bene sembra folle allo stolto” [p. 279].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    “Ci è data una sola vita da vivere, non due” [p. 65].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    “Ciò che è bello è sempre caro” [p. 309].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    ADMETO (AD ERACLE) “È più facile dare consigli che sopportare quando la sorte colpisce” [p. 95].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    “È più facile guardarsi da un uomo o da una donna irascibile, che da un saggio che sa tacere” [p. 139].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    ERACLE (AD ADMETO) “Essere e non essere, son cose ben diverse” [p. 53].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    ADMETO (AL CORO) “Felici i mortali senza nozze e senza figli: nella solitudine è già pena bastante. Perché sopportare la vista dei figli malati, il letto nuziale raggelato di morte, quando senza moglie né prole pur vivi?” [pp. 79-81].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    CORO “Ho piena coscienza di ciò che mi accingo a fare, ma il furore che mi muove è più forte del mio intendimento... è questa la causa delle più grandi sventure ai mortali...” [p. 203].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    MEDEA (A GIASONE) “I doni persuadono anche gli dèi, è un detto noto; e per i mortali l’oro val più di mille discorsi” [p. 193].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    ALCESTI (AD ADMETO) “Il tempo ti consolerà: chi muore è nulla” [p. 41].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    CORO “Ingegno non è ancora saggezza, né il pensare cose oltre l’umano. La vita è breve; chi insegue grandi chimere, non coglie il frutto ch’essa porge. Un simile modo d’agire è proprio di uomini folli, io credo, e privi di senno” [p. 273].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    “Innumerevoli uomini nutrono infinite speranze; alcune hanno esito prospero, altre falliscono. Ma io ritengo beato chi può dire felice la vita giorno per giorno” [p. 311].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    CORO “La morte corregge i propositi” [p. 319].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    NUNZIO (A MEDEA) “La vita dei mortali non è che ombra” [p. 217].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    CADMO (A DIONISO) “Non debbono gli dèi abbassarsi ai risentimenti degli uomini” [p. 347].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    “Non pensare né fare mai nulla al di là delle usanze dei padri” [p. 311].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    CORIFEO “Non più, non più dirò che nozze rechino all’uomo gioia più che dolore” [p. 29].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    MEDEA “Non sta negli occhi dei mortali il criterio di un retto giudizio” [p. 131].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    CORO “Non vi è pena più grande che l’essere privati della terra paterna” [p. 16].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    PEDAGOGO (ALLA NUTRICE) “Ognuno, o a ragione o per qualche tornaconto, ama più se stesso che il prossimo” [p. 117].
    Euripide, Medea, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    NUTRICE (AL CORO) “Puoi ben dire sciocchi, altro che saggi, gli antichi che inventarono inni per le feste, e per banchetti e conviti trovarono dolci canti che la vita rallegrano. Nessuno pensò invece al modo di placare con musiche e con canti il maledetto penare degli uomini, da cui vengono morte e terribili sorti che le case distruggono. Questo destino penoso i mortali dovrebbero alleviare col canto; ma nel mezzo di lauti banchetti, a che serve tanto clamore?” [pp. 127-129].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    CORIFEO (AD ADMETO) “Renditi conto che a tutti noi è destino la morte” [p. 43].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.


    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    ADMETO (AD ALCESTI) “Se muori tu, io non sono più nulla; dipende da te ch’io viva o no; il tuo amore m’è sacro” [p. 33].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    1° MESSAGGERO (A PENTEO) “Senza il vino non v’è per i mortali amore né altra gioia alcuna” [p. 301].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    “Tu non sai perché vivi, né che fai: tu non sai neppure chi sei” [p. 281].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    GIASONE (A MEDEA) “Tutti, anche gli amici, fuggono lontano da chi è povero” [p. 159].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    ERACLE (AL SERVO) “Tutti i mortali hanno un debito con la vita: morire. Nessuno sa se sarà vivo il giorno dopo: oscuro è il gioco del destino e nessuno lo insegna e non si apprende con la scienza. Ascolta dunque queste mie parole e, fattone tesoro, sta’ allegro e bevi e pensa che la vita solo giorno per giorno ti appartenga; il resto, lascialo al destino” [pp. 71-73].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    MEDEA (A CREONTE) “Un uomo assennato non dovrebbe dare una cultura troppo approfondita ai suoi figli; già chi studia è ritenuto un fannullone: oltre un certo livello è l’invidia e l’ostilità di tutti. Se ti lasci andare a parlare di cose serie, di nuove prospettive, con gli imbecilli, sembrerai un disutile e non uno che pensa. Se poi, di fronte agli originali dalla cultura variopinta, lasci appena trasparire la tua superiorità, sarai guardato con fastidio. E questa è la mia sorte” [pp. 137-139].
    Euripide, Alcesti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.

    DIONISO (AL CORO) “Un uomo sapiente e saggio non deve mai perder la testa” [p. 291].
    Euripide, Baccanti, in Alcesti, Medea, Baccanti Tascabili Bompiani, Milano 19932.