NOTA
Tutte le citazioni qui riportate sono tratte da Nicolas de Chamfort, Massime, pensieri, caratteri e aneddoti, Giunti, Firenze 1997. Bisogna ammettere che è impossibile vivere in società senza recitare, di quando in quando, una parte. Ciò che distingue la persona onesta dal mascalzone è che uno recita solo nei casi disperati, per fuggire un pericolo, mentre l'altro va alla ricerca delle occasioni. C'è da augurarsi l'indifferenza del malvagio e il silenzio dello stupido. Celebrità: il vantaggio di essere conosciuti da quelli che non vi conoscono. Certe idiozie sono ben agghindate, così come certi stupidi sono ben vestiti. Ci sono cose già note all'orecchio e alla mente, non al cuore. Ci sono due cose a cui dobbiamo rassegnarci se non vogliamo trovare insopportabile la vita: le ingiurie del tempo e le ingiustizie degli uomini. Ci sono più folli che saggi, e nello stesso saggio c'è più follia che saggezza. Ci sono pochi vizi che impediscono a un uomo di avere molti amici, come avviene invece per le qualità troppo grandi. Ciò che conosciamo meglio è: 1) quello che abbiamo intuito; 2) quello che abbiamo appreso dall'esperienza degli uomini e delle cose; 3) quello che abbiamo appreso non nei libri, ma dai libri, cioè dalle riflessioni che fanno fare; 4) uello che si apprende nei libri o con dei maestri. Ciò che ho appreso non lo so più. Il poco che so è frutto d'intuizione. Come la medicina, anche la filosofia possiede molte droghe, pochissimi rimedi efficaci e quasi nessuno specifico. Cos'è un filosofo? È un uomo che oppone la natura alla legge, la ragione alla consuetudine, la propria coscienza all'opinione e il suo giudizio all'errore. Di tutte le menzogne la falsa modestia è la più decente. Forse, per apprezzare l'amicizia, bisogna aver conosciuto l'amore. Godi e fai godere, senza fare del male né a te né a nessuno: ecco, credo, tutta la morale. I flagelli fisici e le calamità della natura umana hanno reso necessaria la società. La società ha accresciuto i mali della natura. Gli inconvenienti della società hanno reso necessari i governi, e i governi hanno accresciuto i mali della società. La storia umana è tutta qui. I nuovi amici che ci facciamo dopo una certa età, e con i quali cerchiamo di rimpiazzare quelli che abbiamo perso, stanno ai nostri vecchi amici come gli occhi di vetro, i denti posticci e le gambe di legno stanno agli occhi veri, ai denti naturali e alle gambe in carne e ossa. Il disprezzo della morte viene dalla conoscenza dei mali naturali, quello della vita dalla conoscenza della società. Il pensiero consola di tutto e a tutto pone rimedio. Se qualche volta vi ha fatto del male, chiedetegli un rimedio per il male che vi ha fatto: ve lo darà. Il popolo viene governato così come ragiona. Ha il diritto di dire scioccheze, come i ministri hanno il diritto di farne. Il povero che non dipende dagli uomini obbedisce solo alla necessità. Il ricco che vi dipende obbedisce a uno o più iuomini. Il teatro tragico presenta il grave inconveniente morale di dare troppa importanza alla vita e alla morte. In fatto di sentimenti, ciò che può essere valutato non ha valore. L'ambizione attacca più facilmente le anime piccole di quelle grandi, così come il fuoco si propaga più facilmente alla paglia e alle capacce che ai palazzi. L'amore, come esiste nella società, non è che lo scambio di due fantasie e il contatto di due epidermidi. L'amore è come le malattie epidemiche. Più le si teme, più vi siamo esposti. L'opinione è la regina del mondo perché la stupidità è la regina degli stupidi. La condizione degli uomini è così miserabileche sono costretti a cercare nella società la consolazione ai mali della natura, e nella natura la consolazione ai mali della società. Eppure quanti uomini non hanno trovato né in una né nell'altra distrazione ai loro dolori! La fama senza merito ottiene dei riguardi senza stima. La giornata impiegata peggio è quella in cui non si è riso. La maggior parte dei libri di oggi sembrano essere stati fatti in un giorno con i libri letti il giorno prima. La povertà svaluta il crimine. La società si compone di due grandi classi: quelli che hanno più cibo che appetito, e quelli che hanno più appetito che cibo. La stima vale più della celebrità, la considerazione più della fama, e l'onore più della gloria. La vita è una malattia a cui il sonno reca sollievo ogni 16 ore. È un palliativo. Il vero rimedio è la morte. Le opere che un autore compone con piacere sono spesso le migliori, così come più belli sono i figli dell'amore. Nelle attuali condizioni della società, mi sembra che l'uomo sia corrotto più dalla ragione che dalle passioni. Nelle circostanze importanti gli uomini si mosrano come conviene loro, in quelle di poco conto si mostrano come sono. Non appartenere a nessuno, essere l'uomo del proprio cuore, dei propri pincipi, dei propri sentimenti, è la cosa più rara che io abba visto. Non esiste uomo che, in quanto individuo, possa essere così spregevole come un gruppo. E non c'è gruppo che possa essere così spregevole come il pubblico. Non si è intelligenti perché si hanno molteidee, come non si è un buon generale perché si hanno molti soldati. Per quanto un uomo possa pensare male delle donne, non c'è donna che non ne pensi peggio di lui. Poiché il filosofo lascia capire di essere una creatura che dà agli uomini solo il loro valore reale, è naturale che questo modo di giudicare non piaccia a nessuno. Quasi tutta la storia non è che un seguito di orrori. Se vogliamo piacere in società, dobbiamo permettere che molte cose che conosciamo ci vengano insegnate da gente che non le conosce. Si è felici o infelici per una quantità di motivi che non appaiono, che non si dicono e che non si possono dire. Si è più felici nella solitudine che in società. Ciò non dipende dal fatto che nella solitudine si pensa alle cose, mentre in società si è costretti a pensare agli uomini? Spesso la vita contemplativa è miserabile. Dobbiamo agire di più, pensare di meno, e non guardarci vivere. Tutte le passioni sono esagerate, e anzi sono passioni proprio perché esagerano. Un uomo innamorato è un uomo che vuole essere più amabiledi quanto può; ecco perché tutti gli innamorati sono ridicoli. A. "Vi sposereste?" B. "No". A. "Perché?". B. "Perché soffrirei". A. "Perché?". B. "Perché sarei geloso". A. "E perché sareste geloso?". B. "Perché sarei cornuto". A. "Chi vi dice che sareste cornuto?". B. "Sarei cornuto perché me lo meriterei". A. "E perché lo meritereste?". B. "Perché mi sarei sposato". |