Bisogna leggere due volte tutti gli scrittori: i buoni e i cattivi. Si riconosceranno i primi, si smaschereranno i secondi.
Detti e contraddetti (Pro domo et mundo, Di notte), Adelphi, Milano 1992. C'è chi legge e non capisce niente e chi non legge e capisce tutto. Roberto Gervaso, Il grillo parlante, Bompiani, Milano 1983. C'è chi scrive per ricercare il plauso degli uomini. Lautréamont, I canti di Maldoror, in Opere complete, Einaudi, Torino 1967. Certi libri costituiscono un tesoro, un fondamento; letti una volta, vi serviranno per il resto della vita. Ezra Pound, Aforismi e detti memorabili, Tascabili Economici Newton, Roma 1993. Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica. Gesualdo Bufalino, Il malpensante, Bompiani, Milano 2004. Chi scrive in modo trascurato confessa così, anzitutto, che lui per primo non attribuisce un gran valore ai suoi pensieri. Arthur Schopenhauer, L'arte di insultare, Adelphi, Milano 1999. Chi scrive per il suo tempo, disperi di sopravvivergli. Gesualdo Bufalino, Il malpensante, Bompiani, Milano 2004. Gli sciocchi leggono un libro e non lo capiscono minimamente; gli ingegni mediocri credono di capirlo perfettamente; i grandi ingegni talora non lo capiscono del tutto: trovano oscuro ciò che è oscuro e chiaro ciò che è chiaro. Gli ingegni sottili vogliono trovare oscuro ciò che tale non è, e non capire ciò che è assolutamente intelligibile. Jean de La Bruyère, I caratteri, Einaudi, Torino, 1981. I libri sono piacevoli; ma se per la familiarità con essi perdiamo infine l'allegria e la salute, nostri maggiori beni, abbandoniamoli. Michel de Montaigne, Saggi, Mondadori, Milano 1970. Il maestro disse: "Leggere e studiare senza pensare è fatica inutile. Pensare senza leggere e studiare è pericoloso". Confucio, La via dell'uomo, Feltrinelli, Milano, 1993. La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con i migliori uomini dei secoli passati che ne sono stati gli autori, anzi come una conversazione bene ordinata, in cui essi svelano solo il meglio dei loro pensieri. Cartesio (René Descartes), Discorso sul metodo, Mursia, Milano 1991. La lettura non è che un surrogato del pensiero autonomo. Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, II, Adelphi, Milano 20175. La prima regola, e forse l'unica, del buono stile è che si abbia qualcosa da dire: con questa regola si va lontano! Arthur Schopenhauer, L'arte di insultare, Adelphi, Milano 1999. La scrittura è l'ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità. Marguerite Duras, Scrivere, Feltrinelli, Milano 1994. Le ultime pagine di un libro sono già implicite nelle prime. Albert Camus, Il mito di Sisifo, in Opere di Albert Camus, Bompiani, Milano 1969. Leggere significa pensare con la testa altrui invece che con la propria. Arthur Schopenhauer, L'arte di insultare, Adelphi, Milano 1999. Leggere solo libri di autori defunti, ai quali non si dovrà scrivere o telefonare. Gesualdo Bufalino, Bluff di parole, Bompiani, Milano, 2002. Libro: qualunque sia, è sempre troppo lungo. Gustave Flaubert, cit. in Ben detto, a c. di G. Cuneo e M. Unnia, Il Sole 24 ore, Milano 1992, p. 97. Mi piace troppo leggere i libri per aver voglia di scriverne. Oscar Wilde, Dorian Gray, Newton Compton, Roma 1993. Non c'è nessun libro così cattivo che non abbia in sé qualcosa di buono. Miguel de Cervantes, Don Chisciotte, Einaudi, Torino 1972. Non esistono libri morali o libri immorali. I libri sono o scritti bene o scritti male: nient'altro. Oscar Wilde, Dorian Gray, Newton Compton, Roma 1993. Pochi sono i libri che cambiano la nostra comprensione. Ezra Pound, Aforismi e detti memorabili, Tascabili Economici Newton, Roma 1993. Se non si scrive perché si pensa, è inutile pensare a fin di scrivere. Vauvenargues, Riflessioni e massime, TEA, Milano 1989. Se privo di dettagli, un libro diviene scipito e noioso; con troppi dettagli, corre il rischio di diventare intollerabilmente prolisso. Bertrand Russell, Storia della filosofia occidentale, TEA, Milano 1991. Si comincia a scrivere per essere notati, si sèguita perché si è noti. Camillo Sbarbaro, Fuochi fatui, in L'opera in versi e in prosa, Garzanti, Milano, 1999. Tali leggendo solo credono di studiare. Senza meditazione, la lettura non è che un perditempo. Carlo Dossi, Note azzurre, Adelphi, Milano 20102, 183. Un lettore perspicace scopre spesso negli scritti altrui perfezioni diverse da quelle che l'autore vi ha poste e intraviste, e presta loro significati e aspetti più ricchi. Michel de Montaigne, Saggi, Mondadori, Milano 1970. Un libro è la morte di un albero. Jean Michel Folon, cit. in Ben detto, a c. di G. Cuneo e M. Unnia, Il Sole 24 ore, Milano 1992, p. 97. Un libro indegno di essere letto una seconda volta è indegno pure di essere letto una prima. Carlo Dossi, Note azzurre, Adelphi, Milano 20102, 1873. |