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  • Chi ci ha dato il sentimento del giusto e dell'ingiusto? Dio, che ci ha dato un cervello e un cuore. (...) Ripetiamolo tutti i giorni e a tutti gli uomini: "La morale è una: essa viene da Dio; i dogmi sono diversi: vengono da noi". Gesù non insegnò nessun dogma metafisico; non scrisse opuscoli teologici.
    Voltaire, Dizionario filosofico, Einaudi, Torino 1969.

    Gli uomini sono agitati e turbati, non dalle cose, ma dalle opinioni ch'eglino hanno delle cose. Per modo di esempio, la morte non è punto amara; altrimenti ella sarebbe riuscita tale anche a Socrate; ma la opinione che si ha della morte, quello è l'amaro.
    Epitteto, Il manuale di Epitteto, Mondadori, Milano 1994, p. 53.

    La clemenza vale di più che la giustizia.
    Vauvenargues, Riflessioni e massime, TEA, Milano 1989.

    La nozione di qualche cosa di giusto misembra così naturale, così universalmente acquisita da tutti gli uomini, da essere indipendente da ogni legge, da ogni patto, da ogni religione. (...) Ritengo in realtà che non vi sia alcun popolo presso il quale sia giusto, bello, conveniente, onesto rifiutare il cibo al padre e alla madre quando è ossibile darne loro. [...] L'idea di giustizia mi sembra a tal punto una verità di primo ordine, alla quale tutto l'universo dà il suo assenso, che i più grandi crimini che affliggono la società umana vengonocommessi tutti sotto un falso pretesto di giustizia. Il più grande dei crimini, almeno il più distruttivo e di conseguenza il più contrario al fine della natura, è la guerra; ma non vi è alcun aggressore che non colori questo misfatto con il pretesto della giustizia. (...) Io credo quindi che le idee di giusto e di ingiusto sono tanto chiare, tanto universali quanto le idee di salute e malattia, di verità e falsità, di convenienza e sconvenienza.
    Voltaire, Il filosofo ignorante, Rusconi, Milano 1996.

    Non è la giustizia un qualcosa che esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci e sempre a seconda dei luoghi dove si stringe un accordo di non recare né di ricevere danno.
    Epicuro, Massime capitali, in Opere, Einaudi, Torino 1967, p. 74.

    Qual è l'età in cui conosciamo il giusto e l'ingiusto? L'età in cui sappiamo che due più due fa quattro.
    Voltaire, Il filosofo ignorante, Rusconi, Milano 1996.

    Sulla giustizia degli uomini vi è poco da fidarsi.
    Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, I, Adelphi, Milano 20175.